SIRIA. Israele occupa Quneitra. SDF curde contro SNA turco a Manbij. Muhammad al-Bashir, HTS, è primo ministro. Iraq in fibrillazione

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Il mondo intero sta guardano a quello che sta accadendo in Siria, anche se troppo spesso si è vittime della propaganda turca soprattutto nella social sfera. 

Tra le preoccupazioni avvertite la possibilità che HTS si manifesti per quella che è sempre stata un gruppo di terroristi che ammazzano e torturano le persone contrarie al loro pensiero così come ha fatto Bashar al Assad. 

Si registrano nel frattempo importanti dichiarazioni da parte del Regno Unito e della Turchia. Il ministro britannico degli Affari intergovernativi, Pat McFadden, ha affermato che Londra prenderà in considerazione la rimozione di Hayat Tahrir al-Sham dall’elenco delle organizzazioni terroristiche del paese. Ricordiamo che sul leader di HTS, gli Stati Uniti avevano messo una taglia da 10 milioni di dollari. E che ha tra i suoi alleati al Qaeda in Siria. 

Le autorità russe hanno dichiarato che Bashar al Assad è arrivato a Mosca e godrà dell’immunità politica, la famiglia era già a Mosca visto che il figlio maggiore la scorsa settimana si è laureato in Matematica finanziaria all’università di Mosca. 

Sempre in Russia, a preoccupare Putin non è il cambio di leader politico, oramai Assad era chiuso in se stesso e non dialogava più con nessuna realtà circostante, quanto le basi militari in modo particolare quella di Khmeimim a Latakia che è stata usata come ponte per e da l’Africa. Al momento i russi come gli iraniani stanno lentamente lasciando le basi, come da accordi con i gruppi ribelli. L’ufficio per gli affari politici di Tahrir al-Sham (HTS) ha invitato Cina e Russia a sviluppare relazioni diplomatiche basate sul rispetto reciproco. La dichiarazione rileva che le missioni diplomatiche e le diaspore di entrambi i paesi in Siria sono rispettate. HTS ha affermato che Cina e Russia devono avere fiducia nei processi in Siria e ha sottolineato che il suo popolo non sta conducendo una guerra contro quei paesi.

Un servizio apparso sul quotidiano Al-Sharq Al-Saudi riferisce: “Una delegazione israeliana ha recentemente visitato Mosca e ha consegnato un messaggio che chiarisce che “Israele non permetterà alla Siria di diventare di nuovo un terreno fertile per le forze iraniane o le sue milizie, e non permetterà a Hezbollah di riprendere le sue attività “sulla formulazione di piani per combattere Israele”, la pubblicazione cita fonti politiche israeliane. La Russia ha ceduto a Israele due aree nella zona rurale di Dera, a sud di Damasco fonte Al-Arabiya.

Più difficile sarà per la Turchia e il suo alleato Qatar stabilizzare la sua presenza al fianco dell’SNA che attualmente sta combattendo contro i curdi appoggiati dagli Stati Uniti nella zona di Manbij e Deir Ez Zor, mentre ISIS ha già chiesto di riorganizzare le sue fila a Palmira. 

L’8 dicembre 2024 ha avuto luogo una conversazione telefonica tra il ministro della Difesa Yashar Guler e il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin. Nel corso dell’incontro ha avuto luogo uno scambio di opinioni su questioni bilaterali e regionali di difesa e sicurezza, in particolare sugli ultimi avvenimenti in Siria. Gli americani appoggiano le SDF, curde nelle aree prima occupate dagli iraniani o ISIS. In una dichiarazione di Joe Biden: “Gli Stati Uniti non intendono ritirare le proprie truppe dalla Siria”. Secondo funzionari americani: “la Siria è un paese ricco e diversificato e dovrebbe esserci un ruolo per tutte le minoranze e i gruppi etnici. I gruppi di opposizione devono lavorare insieme e rispettare lo stato di diritto. La nostra attenzione è rivolta alla nuova Siria, il che significa passare da una struttura di governo ad interim a una sorta di consiglio transitorio. La nostra presenza in Siria è importante per la sicurezza delle Forze Democratiche Siriane e dei gruppi con cui lavoriamo”.

Un monito alla Turchia è arrivata dai repubblicani: il senatore Lindsey Graham, stretto alleato di Trump, chiede sanzioni alla Turchia dopo che le sue forze l’8 dicembre hanno attaccato le forze curde SDF alleate degli Stati Uniti nella città di Manbij, nel nord della Siria, mentre sostenevano le truppe alleate di Ankara”.

Secondo i turchi, nell’ultima settimana, le perdite dei militanti di Idlib a causa degli attacchi delle forze siriane e russe ammontavano ad almeno 3.000 persone. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha anche detto che: “Il rifiuto da parte del regime siriano dell’iniziativa avviata dal nostro stimato Presidente, anticipando l’imminente processo in Siria, ha portato a sviluppi che ci hanno dato ragione. La Turchia è pronta ad assumersi la responsabilità di tutto ciò che è necessario fare per sanare le ferite della Siria e garantirne l’unità, l’integrità e la sicurezza. Così, milioni di siriani costretti a lasciare le proprie case potranno tornare nelle proprie terre”. Secondo Reuters: “I ribelli hanno rivelato alla Turchia sei mesi fa il loro piano per un attacco su larga scala contro l’esercito di Assad, dopo aver individuato un’opportunità per paralizzare un regime considerato debole. La Turchia ha espresso il suo accordo e il suo sostegno a questa mossa, che è stata una “vittoria dello spirito” di Ahmed al-Shar (Abu Muhammad al-Jolani), che in Turchia è anche definito un brutale terrorista”.

Hakan Fidan però aveva promesso agli iraniani che non ci sarebbe mai stata una escalation al governo Assad. A dirlo nei giorni scorsi le autorità iraniane. 

Iran che comunque ha detto dopo gli incontri a Doha per voce del ministro per glI Affari Esteri, Abbas Araghchi: “Determinare il futuro della Siria è responsabilità del suo popolo. La posizione di principio dell’Iran si basa sul rispetto dell’unità, della sovranità nazionale e dell’integrità territoriale della Siria, sul fatto che determinare il destino e prendere decisioni sul futuro della Siria è responsabilità esclusiva del popolo di quel paese, senza interferenze distruttive o imposizioni straniere. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede la fine anticipata dei conflitti militari, la prevenzione degli attacchi terroristici e l’avvio di un dialogo nazionale che coinvolga tutti i settori della società siriana con l’obiettivo di formare un governo globale che rappresenti tutto il popolo siriano”. “Il nostro criterio è la risoluzione ONU 2254, che può costituire una base adeguata per la formazione di un governo globale in Siria”. Atteso il discorso di Khamenei previsto per il 12 dicembre sugli eventi in Siria. 

Le mire espansionistiche turche si evincono anche dalle dichiarazioni del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu,: “Possiamo entrare in Siria. Come IBB (Comune di Istanbul) possiamo costruire città. Come Unione dei Comuni Turchi dobbiamo assumerci la responsabilità.”

Il ministero degli Esteri del Qatar ha fatto sapere in una nota stampa: “Il Qatar condanna fermamente la presa da parte dell’occupazione israeliana della zona cuscinetto con la sorella Siria e i siti di leadership adiacenti. Consideriamo questo uno sviluppo pericoloso e un palese attacco alla sovranità e all’unità della Siria e una flagrante violazione del diritto internazionale. Mettiamo in guardia contro la politica israeliana di imporre un fatto compiuto, che porterà la regione a più violenza e tensione, e la comunità internazionale deve obbligare Israele a rispettare la legittimità e la solidarietà internazionale per affrontare i suoi piani opportunistici”. 

La radio dell’esercito israeliano cita il generale, della riserva, Noame Tivone: “Israele è molto interessato alla creazione di uno stato curdo in Siria”. In appoggio dunque alle SDF che sono appoggiate anche dagli Stati Uniti. Ci sono poi i cristiani e Drusi. 

Anche gli Emirati Arabi Uniti sono preoccupati. Il Consigliere del presidente degli Emirati Arabi Uniti ha spiegato che “il problema principale per noi in Siria è l’estremismo e il terrorismo. La principale fonte di paura per noi è l’integrità territoriale della Siria, che è ancora minacciata”. Funzionari dell’Arabia Saudita hanno detto a Reuters: L’attuale situazione in Siria è il risultato diretto del mancato intervento del governo siriano nel processo politico. 

A tremare ora l’Iraq. Il ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein: Chiederemo una convocazione urgente della Lega Araba a livello ministeriale e utilizzeremo tutti i mezzi diplomatici per riportare la calma in Siria. Baghdad teme che dopo la Siria Israele attaccherà anche l’Iraq.

Nel frattempo Muhammad al-Bashir, il primo Ministro ombra dell’opposizione di Idlib, è stato nominato nuovo primo Ministro della Siria. La Banca Centrale e le altre banche sono state saccheggiate dai miliziani. 

Ed ora uno sguardo agli scontri ancora in atto in Siria aggiornati alle ore 16:00 del 9 dicembre.

I militanti di Idlib hanno preso il controllo del valico di frontiera di Nasib al confine con la Giordania e la Giordania chiude il confine con la Siria mentre i militanti avanzano

I talebani in Afghanistan si sono congratulati con il Fronte di liberazione siriano per la sua vittoria in occasione della caduta del regime di Assad e bandiere dell’Emirato sono state osservate a Damasco. 

A partire dalla notte del sette dicembre l’ufficio stampa di Netanyahu annunciava un’altra riunione d’emergenza del Gabinetto della Difesa. Il tema sarà ancora una volta la Siria. Di fatto si è dato il via libera all’operazione di invasione della Siria nella zona del confine con Israele e il Libano. Anche se Israele parla di operazione limitata fino a quando la situazione non sarà chiarita, per creare una zona cuscinetto e in ogni caso ha fatto sapere ai ribelli che no tollererà attacchi da parte dei ribelli al suo territorio. Ricordiamo che tra gli alleati di HTS alcune brigate delle Qassam che sono legate a Hamas. 

Già l’8 dicembre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu vicino al confine siriano: “Questo è un giorno storico nella storia del Medio Oriente. Non permetteremo ad alcuna forza ostile di stabilirsi al nostro confine.”

Sempre l’8 dicembre il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Israeliano, Halevi alle reclute della Brigata Golani: “L’IDF sta combattendo in quattro arene: Giudea e Samaria, Gaza, Libano e stasera inizierà anche in Siria”. A partire delle prime ore del mattino sono arrivati dall?IDF i primi video dei soldato israeliani sui monti Hermon.

Tutte le forze di Hezbollah hanno lasciato la Siria e mentre se ne stavano tornado in Libano sono state bombardate da Israele. 

I sistemi di difesa aerea S-300/400 russi o siriani vengono trasferiti dalla vicina Masyaf verso Tartus.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha affermato che almeno 900 persone sono state uccise negli scontri tra l’opposizione e le forze di Bashar al-Assad in Siria dal 27 novembre. L’8 dicembre una grande colonna dell’esercito turco è entrata in Siria dal confine turco. 

Il valico di frontiera di Al-Qaim sul confine tra Siria e Iraq dopo che l’opposizione siriana ha preso il controllo del valico dal lato siriano e l’esercito iracheno ha dato istruzioni ai membri dell’opposizione di non avvicinarsi al confine di divisione. Ci sarebbero almeno 2.000 militari siriani che hanno chiesto di entrare in Iraq in fuga dalla Siria. 

L’8 dicembre l’esercito americano ha annunciato di aver lanciato attacchi aerei contro più di 75 obiettivi dell’Isis in Siria, compresi campi attivi, per garantire che l’organizzazione terroristica non cerchi di approfittare della rivoluzione in Siria per riconquistare il suo punto d’appoggio.

Fonti di sicurezza Reuters sostengono che l’Unione curda delle forze democratiche, alleata dell’esercito americano in Siria, ha preso il controllo della città di Deir ez-Zor nell’est del paese, che è associata alle attività delle milizie filo-iraniane L’esercito americano ha avvertito SNA e HTS di non invadere i territori SDF/PKK a Deir ez-Zor e Raqqa, compresa la sponda occidentale del fiume Eufrate. L’esercito russo si ritira dalla base aerea di Sarrin nella zona di Ain al-Arab. Le milizie dell’esercito siriano di stanza ad Ain Issa lasciano le loro posizioni, depongono le armi e si dirigono verso Raqqa in abiti civili.

L’opposizione siriana spara contro i villaggi di Jat, Daraj e Tokar nel nord di Manbij. L’opposizione siriana ha annunciato l’inizio di un’operazione contro i curdi a Manbij. I curdi iniziarono a fuggire dalla regione. Fonti turche riferiscono della caduta di Manbij, ma le notizie sono false. 

A partire dall’8 di dicembre l’IDF ha attaccato i depositi di armi strategiche a Damasco e contro l’aeroporto. Perirà negli scontri a Damasco Ali Mahmoud, ufficiale siriano di più alto grado a morire in un attacco dei ribelli. Era il vice di Maher al-Assad nella 4a divisione ed è ritenuto responsabile di aver commesso “crimini atroci contro i civili”. Oggi è stato trovato ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua casa a Damasco.

A partire dal 6 dicembre si segnala il ritiro di tutte le truppe russe dalla provincia di Quneitra e dalle sue campagne. L’8 dicembre IDF ha preso il controllo della catena montuosa di Hermon vicino a Damasco dopo che l’esercito siriano l’ha abbandonata. Prima di ciò erano stati effettuati attentati dinamitardi.

Un portavoce dell’IDF in arabo chiede ai residenti di Ofaniya, Quneitra, Al-Hamidiya, Al-Zadataniya Al-Arabiya e Al-Qataniya nel sud della Siria di chiudersi nelle loro case fino a nuovo avviso a causa del fatto che l’IDF è costretto a trasferirsi l’area ed evitare di causare danni ai civili. Questo non è un avviso di evacuazione, ma, come accennato, questa è la prima volta che l’IDF ordina ai residenti dei villaggi contattati nel sud della Siria di non uscire.

Il canale Al-Hadat cita il Centro siriano per i diritti umani: sono in corso attacchi aerei dell’IDF contro depositi di armi delle milizie filo-iraniane nella Siria orientale. On line è apparsa la prima foto del sistema missilistico di difesa aerea TZM Buk-M2E distrutto da Israele L’esercito israeliano ha occupato le città di Baath e Hadar nella provincia siriana di Quneitra. Il 9 dicembre. L’esercito di occupazione israeliano ha preso il controllo della città siriana di Quneitra, insieme alle città di Al-Qahtaniyah e Al-Hamidiyah nella regione di Quneitra. È anche avanzato nel monte Hermon siriano, ora posizionato a soli 30 chilometri dalla capitale siriana.

I militanti hanno catturato un’altra base aerea dell’aeronautica militare siriana, Al-Tala a Suwayda, sequestrati i registri della polizia segreta di Assad.

I media israeliani riferiscono che i jet israeliani hanno continuato a bombardare i depositi di munizioni a Daraa e in altre aree della Siria meridionale per tutta la notte. Nelle ultime 24 ore, Israele ha lanciato oltre 100 attacchi in Siria, segnando il numero più alto di attacchi dalla guerra dello Yom Kippur del 1973.

Graziella Giangiulio e Antonio Albanese 

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