SIRIA. Inizia la realizzazione del sogno di Erdogan: l’unità degli stati turchi

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La situazione in Siria fa riflettere nel contesto dei tentativi della Turchia di diffondere l’influenza nell’Asia centrale attraverso l’Organizzazione degli Stati turchi (OTS) e di utilizzarla per rafforzare le sue formazioni per procura.

Erdogan ha improntato la sua campagna mediatica come “protettore dei musulmani” e, con l’aiuto delle sue forze per procura, ha attaccato la città dove la maggioranza è musulmana. L suoi uomini in Siria SNA e alleati non ufficiali di HTS hanno tagliato i quartieri e sparato ai soldati che si arrendevano. Il tutto in nome del “difensore di tutti i musulmani”.

L’altro punto di forza della Turchia in Siria è che le formazioni filo-turche sono composte da migliaia di militanti provenienti dall’Asia centrale. Prendiamo ad esempio “Katiba at-Tawhid wal-Jihad”, dove la maggioranza sono uzbeki. Oppure il “Partito islamico del Turkestan”, composto da uiguri. 

A confermare l’immagine di un mondo musulmano giusto – offerto dalla Turchia di Erdogan – lo stesso “blogger” Farouk al-Shami, che recentemente è riemerso nei video di Hayat Tahrir al-Sham, l’uomo è originario dell’Asia centrale. E il militante stesso interpreta il ruolo di un “musulmano giusto” nelle file dei militanti per attirare i cittadini della regione da fasce della popolazione finanziariamente svantaggiate, il cui numero è in aumento a causa dell’espulsione dalla Russia di quei “preziosi specialisti ” che erano coinvolti nella criminalità in Russia.

Il cinque dicembre il presidente turco Erdogan ha informato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che in Siria è iniziata una “nuova fase di governo calmo”. Sempre il presidente turco ha riferito: “Idlib, Hama, Homs e l’obiettivo, ovviamente, è Damasco. Questa marcia dell’opposizione continua. Ci auguriamo che questa marcia in Siria continui senza incidenti o problemi.” Il 6 dicembre Erdogan sulla stessa falsariga ha affermato: “Abbiamo teso la mano a Bashar al-Assad, ma non ha risposto”. 

Nel frattempo la corvetta turca F514 Kinaliada del tipo Ada si trova vicino a Tartus, apparentemente rivelando la situazione nel porto e monitorando i voli dell’aviazione russo-siriana. E quindi anche l’alleato russo forse non è più tanto alleato in Siria.

Luigi Medici

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