
A partire dal 10 dicembre i russi si sono mossi per evacuare i mezzi dalle basi siriane. La grande nave da sbarco “Alexander Shabalin” ha lasciato il Mar Baltico alla volta della Siria.
E anche se le immagini satellitari di Tartus hanno mostrato, fino al 10 dicembre, le banchine vuote, le navi della marina russa sono ferme nella rada esterna, in attesa che finiscano gli attacchi israeliani alla flotta siriana: non si può dire bene cosa accadrà in futuro.
La famiglia Alloush è stata tra le prime a insorgere contro Assad dando vita a Jaysh al Islam nel 2011, Mohammed Alloush, membro della famiglia, ha detto in merito alle basi militari russe: “Le nuove autorità siriane considereranno la questione delle basi militari russe dal punto di vista degli interessi del popolo siriano e della stessa Russia. La decisione di continuare la presenza militare americana in Siria sarà presa dal popolo siriano”.
Il colonnello Boris Rozhin, russo, molto attivo sulla social sfera afferente alla Russia ha parlato delle conseguenze del possibile ritiro delle basi militari dalla Siria in un suo intervento su TV Prima Sebastopoli. “La Russia deve mantenere le sue basi militari a Latakia, che hanno svolto un ruolo decisivo nella caduta del l’impero coloniale francese”.
E ha aggiunto: “Dovremmo preoccuparci dell’evacuazione dei cittadini dalle aree di combattimento e della preservazione delle basi militari a Latakia. Per quanto ne so, sono in corso trattative su questo argomento. Se la Russia manterrà basi a Latakia, ciò minimizzerà i danni derivanti dal collasso della Siria. In caso contrario, questo sarà per noi un duro colpo, che metterà in discussione la nostra strategia africana e mediorientale. Perché Latakia è stato uno degli elementi chiave del nostro percorso logistico, permettendoci di condurre operazioni in Medio Oriente e in Africa, compresa l’Africa centrale. Senza Latakia non ci sarebbe stato il crollo dell’impero coloniale francese, al quale abbiamo contribuito noi. Quindi, se è possibile mantenere queste basi, devono essere mantenute”, ha sottolineato Rozhin.
Ha aggiunto facendo un esempio di possibile accordo con HTS, che la “Russia non ha mai combattuto con i talebani e, sebbene i talebani rimangano nell’elenco delle organizzazioni terroristiche, sono stati riconosciuti de facto da tempo. E questo è soggetto a trattative. La Russia fornisce con calma carburante, lubrificanti e grano all’Afghanistan come parte delle relazioni commerciali. Ma bisogna capire che la situazione in Siria è diversa: tra i gruppi saliti al potere ci sono quelli apertamente terroristici associati ad Al-Qaeda e ISIS, che nessuno in Russia escluderà dall’elenco delle organizzazioni terroristiche. Ci sono militanti del Caucaso settentrionale che dichiarano apertamente di voler avviare il jihad nell’Asia centrale e portarlo in territorio russo. Lì ci sono persone provenienti dalla Russia che rappresentano una minaccia diretta per noi. Cercheranno sicuramente di rilanciare l’attività terroristica, che è stata parzialmente fermata dall’operazione russa in Siria”, ha sottolineato l’esperto.
Di certo si sa che le truppe russe si ritirano dalla base aerea di Sarrin, situata a sud di Kobane. I militari russi da Qamishli andranno nel Distretto Militare Settentrionale per l’ultima grande offensiva prima delle possibili trattative di metà 2025.
Il canale Clash Report, ha riferito che il Cremlino è in contatto diretto con le forze siriane che hanno catturato Damasco e ha concordato in linea di principio di tornare alle basi militari in Siria. I funzionari russi hanno sottolineato che non si sono mai ritirati completamente dalla Siria, mantenendo una presenza militare fondamentale nelle basi. Le forze armate siriane avrebbero dichiarato che non c’era alcuna necessità che la Russia lasciasse il Paese”.
Il fatto è che Jawlani, leader di HTS nel tempo è stato di ISIS, di Al Qaeda, con il Qatar, con la Turchia, con Israele e in accordo con gli USA. Amico dei Talebani e sodale degli ucraini. Difficile pensare rispetti un qualche accordo.
Secondo fonti israeliane, le “montagne russe Sparta” sono partite da San Pietroburgo a Port Said in Egitto, ma hanno cambiato percorso e si dirigono verso il porto di Tartus in Siria. Si tratta di ponti mobili capaci di facilitare l’evacuazione di truppe e mezzi. Diverse fonti stimano che sia stato inviato per assistere nell’evacuazione delle truppe russe, ma finora senza conferma da parte di una fonte ufficiale.
Il 12 dicembre una colonna di veicoli corazzati russi a Latakia, incluso il raro veicolo corazzato K-43269 “Vystrel”. Il 12 dicembre un video della base delle forze aerospaziali russe a Khmeimim: mostra 14 caccia, oltre ad altri aerei ed elicotteri ancora presenti nella base.
Lucia Giannini
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