Sono ormai passati mesi da quando il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato la sua volontà di incontrare il presidente del governo siriano Bashar al Assad, con la presenza russa, con l’obiettivo di normalizzare le relazioni tra i due Paesi nell’interesse di risolvere le questioni comuni. Prospettiva, tuttavia, remota dato l’episodio avvenuto in seno alla Lega Araba durante una riunione di tutti i ministri degli Esteri arabi, nonché le recenti dichiarazioni del ministro degli Affari esteri del governo siriano, Faisal al Miqdad, sull’assenza di trattative con la parte turca fino a quando Ankara non deciderà di ritirare le sue forze dal territorio siriano, che sono state definite dal Ministro stesso come “occupanti” (mentre ha legittimato la presenza russa e iraniana nel territorio siriano). Intanto, l’Iraq, l’Iran e, più di recente, l’Egitto hanno espresso il proprio sostegno nel processo di restaurazione delle relazioni tra Siria e Turchia.
Ad ogni modo, dopo una serie di incontri “segreti” tra una delegazione militare di alto livello russa e della controparte turca – tenutosi nella metà di giugno nella città di Tala Byad e, intorno alla metà di agosto, nel villaggio di al Tarnaba, vicino a Saraqib, nella zona di Idlib, secondo quanto appreso da fonti sulla sfera social, pare che Mosca sia riuscita a dare momentaneamente un “contentino” ad Ankara riguardo i suoi propositi in Siria. Non è un segreto infatti l’intenzione di Erdoğan di creare un’area “cuscinetto” lungo il confine siriano-turco con lo scopo di limitare i flussi migratori dalla Siria alla Turchia e, al contempo, contrastare la minaccia del PKK. Un progetto che in parte è già stato avviato a seguito dell’apertura ufficiale del valico di frontiera di Abu al Zindin, nella zona di al Bab, a nord di Aleppo, utilizzato dalla parte turca come passaggio commerciale con le aree sotto l’autorità di Assad. Le massicce proteste da parte dei residenti di al Bab e dei villaggi circostanti (appoggiati anche da alcune fazioni del SNA in quanto preoccupate che la regione potesse essere consegnata con un accordo russo-turco al governo di Assad) che hanno fatto seguito all’apertura del valico non hanno impedito di fatto la sua messa in funzione dal momento che il passaggio commerciale rientra nel quadro di un disegno geopolitico più ampio che tocca gli interessi degli attori coinvolti. Interessi che non riguardano soltanto la sfera economica e l’influenza di potere degli Stati coinvolti, ma anche il conflitto in corso tra Hamas e Israele se si pensa che il passaggio delle armi all’Asse della Resistenza passa attraverso la Siria e il Libano.
Ritornando al discorso principale, durante il secondo incontro tra ufficiali russi e turchi, si è discusso dei preparativi sull’apertura della strada internazionale M4 Aleppo-Latakia che collega appunto i governatorati di Aleppo e Latakia, ma allo stesso tempo è anche l’ultimo nodo stradale pubblico che collega la Siria occidentale e orientale. Nel dettaglio geografico, la strada internazionale M4 Aleppo-Latakia attraversa tutta la Siria nord occidentale e orientale passando per la zona di al Bab, Manbij, Ain Issa, Ras al Ayn (sotto controllo del SNA), la parte settentrionale di al Hassakah diretto verso la città di al Qamishli per completare il suo percorso nella città di al Ya’rubiyah, al confine con l’Iraq. Lo strano caso vuole che questo lungo pezzo di territorio siriano coincida proprio con l’area “cuscinetto” che la Turchia di Erdoğan intende creare. Inoltre, non è altrettanto un caso l’intensificazione dei bombardamenti via terra e aerea da parte delle forze turche nell’area di Manbij, Ras al Ayn, Ain Issa e al Qamishli, dove sono stanziate anche le forze curde, oltre che il monitoraggio di massicci rinforzi militari nella suddetta area, come appreso di recente da fonti istituzionali e locali sulla sfera social. Oltre a ciò, nelle ultime settimane, fonti locali sui social media hanno riportato video che mostrano diversi pattugliamenti congiunti tra russi e turchi nella suddetta area. L’ultimo pattugliamento congiunto è stato registrato nella città di Ras al Ayn, città al confine turco-siriano e sotto controllo del SNA, a cui ha fatto seguito l’annuncio da parte del Ministro del Commercio turco, Omar Polat, sull’apertura di un nuovo valico doganale con la Siria nella regione di Ceylanpinar, attaccata alla città di Ras al Ayn. Il Ministro del Commercio turco ha dichiarato che questo valico contribuirà ad accelerare il ritmo del commercio e la ricostruzione della Siria, come riportato dal canale siriano Halab Today Tv.
Nelle sue ultime dichiarazioni, il Presidente turco ha ribadito nuovamente la sua volontà di incontrare il Presidente del governo siriano Bashar al Assad con lo scopo di risolvere in maniera congiunta le questioni di comune interesse a vantaggio di entrambi i Paesi. Ancora una volta, le ambizioni di Erdoğan mostrano il ruolo di primo piano che Ankara intende coprire nello scacchiere siriano presentandosi come un attore di rilievo nella risoluzione della crisi siriana.
Cristina Uccello
Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/