SIRIA – Damasco 05/05/2014. Il portavoce della Suprema Corte Costituzionale siriana, Majida Khadra, ha annunciato ieri che sono state accolte le candidature alle elezioni presidenziali di Maher Abdul-Hafiz Hajjar, Hassan Abdullah al-Nouri e Bashar al-Assad, attuale presidente.
Ha aggiunto che per quanto riguarda i coloro che si sono visti respingere le domande questi possono presentare ricorso entro mercoledì 7 maggio, i candidati dovranno comunque ottenere l’approvazione scritta di almeno 35 deputati.
Il Presidente dell’Assemblea del popolo ha annunciato che i siriani residenti all’estero potranno votare presso le Ambasciate siriane il 28 maggio, mentre in Siria le elezioni si terranno il 3 giugno 2014.
Dalle prime sensazioni raccolte il successo dell’attuale Presidente sembra scontato e l’opposizione e i ribelli parlano addirittura di una farsa, visto che alcuni leader si trovano in esilio e non potranno presentarsi in quanto una clausola costituzionale richiede che i candidati abbiano vissuto ininterrottamente nel paese per almeno 10 anni. Restano invece ancora da chiarire le modalità di voto agli sfollati e per i territori che ancora sono sotto il controllo dei ribelli. Ci sono circa 2,5 milioni di sfollati e il capo della commissione elettorale, Hisham al-Shaar,sul quotidiano al-Watan ha commentato che i siriani che hanno lasciato illegalmente il paese non dovrebbero essere resi idonei al voto, cosa che potrebbe costituire motivo di ulteriori scontri.
Il conflitto siriano iniziato più di tre anni fa come un movimento pacifico di protesta che chiedeva riforme istituzionali, si è trasformato in una guerra sanguinosa con accuse da entrambe le parti sull’uccisione di civili inermi. Dall’esterno sembrerebbe facile giudicare, questa guerra vista e vissuta in mezzo alla popolazione ne racconta invece una tragedia che va ben oltre la ragione o il torto. Quello che comunque si può raccontare è che in questi tre anni la popolarità di Bashar al-Assad è molto cresciuta proprio per una esigenza di pace e di civile convivenza che comunque contraddistingue il popolo siriano, e per alcuni Assad vincerà senza dubbio queste elezioni, primo perché ritenuto l’unico in grado di mantenere un equilibrio in una situazione tanto precaria di sopravvivenza dell’unità del paese, ma anche per i successi ottenuti sul terreno nei confronti dei numerosissimi gruppi di ribelli che combattono soprattutto nel nord del paese. Ieri, la televisione libanese al-Manar ha riportato che altri 50 militanti si sono rivolti alle autorità militari e stanno cercando una trattativa, sotto il controllo delle NU, per aprire un corridoio si sicurezza nelle città assediate di Nubbol, al-Zahraa nelle campagne di Aleppo per la fornitura di cibo e medicinali.