SIRIA. Ankara scopre il contingente per il prossimo attacco mentre rientrano i profughi

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È in corso una nuova ondata di ritorno di rifugiati dal campo profughi in Giordania tramite il posto di frontiera di Nassib nelle zone liberate dal SAA. I rimpatri in Siria continuano, soprattutto nelle zone sotto controllo del governo siriano, infatti. Secondo alcuni questo dimostrerebbe quanto siano faziose le richieste di rimpatrio per il nord del paese della popolazione del campo di Al Rukban gestito essenzialmente da milizie del FSA.

Inoltre, l’Emiro del Qatar ha deciso di emettere un fondo di 50 milioni di dollari in supporto ai rifugiati siriani e altre persone rifugiate. 

I Dipartimenti sanitari del governo ad interim (gestito dal FSA nelle zone ribelli) hanno confermato che associazioni caritatevoli occidentali hanno smesso di dare il proprio supporto agli ospedali a ovest di Aleppo sotto controllo di HTS dopo gli scontri con il FSA. Inoltre, il Dipartimento sanitario del governo ad interim ha informato i propri lavoratori che non riceveranno più lo stipendio e ha chiesto loro di lavorare volontariamente. Diversi ospedali controllati dall’opposizione nelle zone di Idlib e Hama temono di subire stessi tagli. Per tale motivo, diversi centri medici di Hama si sono dichiarati neutrali mentre gli ospedali di Idlib hanno chiesto aiuti stranieri di non lasciarli da soli. 

Nonostante l’annuncio di ritiro da parte di Trump, un importante convoglio della coalizione sarebbe arrivato dal Kurdistan iracheno in Siria. Secondo quanto riferito da un account locale, nei giorni scorsi il presidente americano Donald Trump ha avuto un incontro di 45 minuti con il comandante della coalizione internazionale anti Daesh. Alla fine dell’incontro il presidente avrebbe deciso di modificare la decisione sul ritiro immediato delle truppe americane dalla Siria. Da canto suo Ankara ha fornito i possibili numeri delle forze turche che dovrebbero essere coinvolte nell’operazione militare nel nord est della Siria. Si tratterebbe di 20mila membri delle FSA, 80mila soldati turchi, 2mila dalle tribù di Raqqa e Deir Ez Zor, 1.000 ex terroristi, per un totale di 103mila uomini. Anche in questa zona del confine l’esercito turco ha dispiegato unità SIGINT per comunicazioni su larga scala in preparazione di possibile attacco sul Kurdistan siriano. 

Il ministro degli Affari esteri russo, Sergei Lavrov, aveva in precedenza dichiarato che Mosca sostiene le negoziazioni tra i curdi e il governo di Damasco a seguito della fine della presenza americana. Quindi Lavrov ha indicato che la Siria sta tornando lentamente alla pace e all’unità. Inoltre, sempre secondo Lavrov, la consegna delle aree sotto controllo curdo al governo siriano rappresenta la migliore soluzione a est dell’Eufrate. Inoltre, la Presidenza turca ha chiesto alla Russia di tenere sotto controllo il governo di Damasco.

Redazione