SIRIA. Ankara e Damasco al tavolo delle trattative di Mosca

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Il 28 dicembre a Mosca si è tenuto un importante incontro tra Siria, Turchia e Russia. Oggetto dell’incontro allentare le minacce turche nel nord della Siria e dall’altra parte togliere di mezzo i gruppi terroristici dalla Siria.

Il Middle East Eye riporta alcuni dettagli dei colloqui di Mosca. La Turchia, secondo il giornale avrebbe respinto una delle principali richieste di Damasco: dichiarare terroristi tutti i gruppi ribelli siriani. Il governo siriano, infatti, voleva anche dichiarare “zone terroristiche” le aree controllate dalla Turchia, cosa respinta anche dalla delegazione turca.

Ankara ritiene che ora, con la Russia impantanata in Ucraina e l’Iran travolto da mesi di proteste, sia il momento giusto per rivolgersi a Damasco per spingerla verso un accordo. La Turchia ha chiesto a Damasco di creare una “zona di sicurezza” profonda 30 km lungo il confine turco, in cui le organizzazioni che secondo la Turchia sono terroristiche: PKK/YPG e la sua ala politica PYD non opereranno.

Ankara vuole anche che la Siria aiuti a organizzare il ritorno di almeno un milione di rifugiati siriani. Le lezioni si avvicinano in Turchia e Recep Erdogan è in corsa, rimpatriare i siriani in Turchia sarebbe un ottimo risultato da portare ai seggi elettorali.

Tuttavia, Damasco ha mostrato poco desiderio di soddisfare queste richieste e ha invece chiesto alla Turchia di ritirare immediatamente le truppe dal territorio siriano come precondizione per l’avvio dei negoziati. Questa condizione è stata revocata dopo che la Russia ha esercitato forti pressioni su Damasco per poter avviare trattative con Ankara.

Il quotidiano siriano filo-governativo Al-Watan ha riferito che la Turchia aveva accettato di ritirare le sue truppe dal nord della Siria in un incontro a Mosca. Fonti turche hanno smentito il rapporto, definendolo propaganda e affermando che il giornale aveva estrapolato dal contesto le recenti osservazioni del ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu.

Cavusoglu aveva infatti affermato che la Turchia consegnerà le aree che controlla nel nord della Siria non appena la minaccia terroristica scomparirà e la stabilità politica e la pace saranno stabilite nel paese. Di fatto dunque per ora in Siria non cambia nulla: la Turchia minaccia ancora di scendere sul suolo siriano con i carri armati.

Lucia Giannini

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