SIRIA -al-Zabadani. 23/07/15. Al-Zabadani, per importanza strategica, sta alla Siria come Fallujah sta all’Iraq. Chi vince le battaglie, in corso, in queste città avrà l’opportunità di cambiare le cartine geografiche che ora conosciamo.
Al-Zabadani è il serbatoio d’acqua della Siria. Si tratta di una cittadina a nord ovest di Damasco che prima dell’inizio della guerra civile contava circa 26.000 abitanti. Si trova al confine con il Libano. Territorio fortemente minacciato dai gruppi terroristi che stanno combattendo in Siria e soprattuto ad al-Zabadani in queste ultime settimane. Assad con sempre meno uomini ha cominciato a bombardare le postazioni dei ribelli, lasciando il campo libero a IS, combattuta però dai gruppi ribelli e dalla coalizione. Gli scontri ad al-Zabadani sono iniziati circa un mese fa quando Hezbollah e forze di Assad hanno attaccato gli “attivisti” o “ribelli” che hanno respinto per più volte gli attacchi, fintanto che Assad ha deciso di usare i barili esplosivi. Secondo gli attivisti in città Assad è capace di lanciare in un solo giorno 650 barili esplosivi e più di 250 razzi spaziali e terra-terra, come scrive la testata arabi21.com. Hezbollah in Siria è impegnata su molti fronti non ultimo, anzi per loro vitale, quello sui monti Kalamoun dove ora a combattere sono soprattutto i combattenti di IS e Hezbollah.
A al-Zabadani IS sta a guardare in attesa di scontrarsi con il vincitore tra: il Movimento Islamico del libero Sham e Al-Nusra che combattono contro l’esercito Assad e i suoi alleati. Per ora si sa solo che numerosi punti dove passa l’acquedotto sono stati distrutti e questo rischia di assetare la popolazione in alcune aree di Damasco. L’esercito di Assad nonostante i bombardamenti ha fatto pochi progressi dal lato sud della città, nella pianura di Zabadani, aggiungendo che le battaglie sono ancora in corso. Una settimana fa, le fazioni dell’opposizione siriana hanno iniziato a combattere tutte insieme sotto la bandiera della “Armata di conquista”, e questo potrebbe essere un problema per Assad che fino ad ora era riuscito a mantenere o riconquistare posizioni grazie alla divisione dei gruppi di opposizione.
Ora a intervenire contro il regime di Assad sono intervenute le Nazioni Unite, la critica più recente è stata quella dell’inviato Onu in Siria, Staffan de Mistura che espresso dure parole contro il bombardamento utilizzando “”barili esplosivi”, esprimendo «preoccupazione per le città esposte a tali tipi di bombardamenti e per quanto succede a Kefraya (Libano) e per la cattura un gran numero di civili», come citato da notizie di stampa Mercoledì.