Legge bavaglio a Singapore

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SINGAPORE – Singapore 07/08/2016. Il Parlamento di Singapore sta deliberando su una proposta di legge del ministero della Giustizia in cui si propone di chiarire il significato di “oltraggio alla corte”.

Il disegno di legge lo definisce come un termine ombrello, che copre diverse fattispecie che arrecano pregiudizio alla serenità della corte, o disobbeisocno agli ordini dei tribunale, e creano scandalo nel mondo della giustizia. Il disegno di legge prevede inoltre sanzioni ad hoc per simili azioni. Il governo, riporta Global Voices, sostiene il disegno di legge perché rafforzerà il sistema giudiziario, ma i gruppi per i diritti umani temono che possa restringere arbitrariamente la libertà di parola. Il disegno di legge è stato presentato in un momento in cui un numero crescente di utenti di Internet singaporeani stanno commentando e criticando le politiche statali e le azioni delle autorità. Mentre i media tradizionali di Singapore sono strettamente regolamentati, lo Stato intende avere un approccio “leggero” nella regolamentazione di Internet. Ma i blogger denunciano come “leggero” sia un eufemismo per nascondere la censura. Gli attivisti della città stato citano casi in cui blogger e critici sono stati citati in giudizio da parte del governo per mancanza di rispetto ai tribunali, diffamazione delle autorità, o critiche alle politiche del governo. La seconda lettura del disegno di legge si terrà il 15 agosto e quando il disegno di legge è stata presentato il mese scorso, il ministro K. Shanmugam ha sottolineato la tempestività nella adozione di questo disegno di legge che intende promuovere l’indipendenza dei tribunali. Gli attivisti temono che invece potrebbe soffocare ulteriormente la libertà di parola a Singapore perché fornisce una definizione vaga di oltraggio alla corte: ad esempio, qualsiasi azione che «possa minare la fiducia del pubblico nella amministrazione della giustizia» è considerata oltraggio alla corte. Anche la generica definizione di “pubblicazione”, riferita alla «diffusione, distribuzione, esposizione, messa a disposizione o comunicazione attraverso mezzi orali, visivi, scritti, elettronici o altro al pubblico in generale o una parte del pubblico» potrebbe creare diversi problemi perché troppo generica.