Bamako riforma le forze di sicurezza

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MALI – Bamako. 05/10/14. Il Mali dopo il pericolo derivante dal terrorismo, l’incapacità di riportare la stabilità nel Paese, ora si trova ad affrontare una grave crisi in seno alle forze di sicurezza.

A quanto si apprende dalla testata Jeune Afrifque, il Paese sarebbe affetto da una mancanza di unità tra la polizia e l’esercito. Il governo proprio per cercare di risolvere la questione ha avviato una riforma. Molte le questioni da risolvere: dalla forza lavoro scarsamente documentata, alla catena di comando con offuscata, corruzione. La riforma richiederà molto tempo. Ibrahima Diallo, il coordinatore del gruppo pluri disciplinare sulla riforma del titolo (GPRRS), Ispettore Generale, del Ministero degli Interni, ha presentato il suo rapporto al governo nel mese di luglio. Tra i primi dati che colpiscono la mancanza di agenti: 3.000 arruolati in tutto, molti poliziotti e 2.000 nella protezione civile, un numero basso, si legge nel rapporto se si pensa che la popolazione ammonta a 17 milioni di persone «è tra i più bassi mondo, con una guardia di sicurezza ogni 3000 abitanti, la media globale di 1 a 300 a 400 persone» ha detto Ibrahima Diallo. Ciò richiederà l’assunzione di nuovi elementi, mentre cambiando i metodi di reclutamento e di gestione delle risorse umane.
Tra le urgenze, il problema della corruzione dovuto secondo la relazione presentata al governo dovuta principalmente al basso salario, definito: «salario di sussistenza». «Un dipendente che non dispone di ciò gli serve può facilmente cadere in questa trappola», ha detto Ibrahima Diallo. Vi è un urgente bisogno di rivedere la struttura retributiva e di assistenza sociale di questi agenti. È inoltre necessario che i premi e gli stipendi siano ben distribuiti: chiarimento della gerarchia, l’alternanza dei turni non sempre conformi alla realtà, ciascun funzionario dovrebbe impedire che i premi vadano a leader senza scrupoli.