SHAM. Guerra mediatica tra ISIS e Talebani

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Prosegue la guerra mediatica con i talebani nel Khorasan, area contesa tra gli studenti coranici e i mujahidin di ISIS. A colpi di post le accuse reciproche viaggiano nella rete. È uscito nei giorni scorsi un nuovo video del mandato del Khorasan dal titolo: “La vita sotto la Sharia”. Video istituzionale ed educational nel contempo, ovviamente si tratta della Legge Sacra intesa da Daesh che viene esaltata e rinfacciata ai talebani che non seguono la retta via. Il video ha subito già la traduzione una prima traduzione e in bosniaco. Sempre in tema di contrapposizione tra i due gruppi e le due visioni religiose integraliste, un documento del Califfato di riposta alle pubblicazioni e ai cattivi insegnamenti dei Talebani. Addirittura vengono definiti i talebani come “jihadisti degli ebrei”, il massimo del disprezzo bellico, religioso e morale. È interessante il nuovo canale radio di Daesh, Al Bayan, con estensione belga, di un paese che quindi dovrebbe avere innalzato le barriere in rete contro simili incursioni “bellico-mediatiche”. Ricordiamo che Al Bayan, originariamente Ida at al Bayan, ha una programmazione tipica da radio nazionale con notiziari ogni ora, servizi e analisi dei diversi corrispondenti in Siria e in Iraq, interviste e ovviamente una sua programmazione musicale fatta esclusivamente di nasheed cioè di canti a cappella, stante il divieto di fare musica imposto dallo Stato Islamico. Ogni nasheed poi diviene la colonna sinora dei diversi video che Daesh produce e manda con line, come abbiamo visto in questi anni.

I radiogiornali sono trasmessi nelle 10 lingue del Califfato tra cui arabo, inglese, turco, francese e russo, per raggiungere e informare i diversi segmenti di pubblico nel Califfato e non solo. L’estensione belga la riporta direttamente, stavolta e finché sarà operativo il link, in territorio europeo, e in un paese caratterizzato da forte presenza radicalizzata e con diversi oramai noti episodi registrati.

Assai cliccato un post dall’Iraq che riguarda le forze speciali francesi dell’Operazione Chammal. L’unità OSINT di ISIS fa notare che il distintivo delle forze speciali d’Oltralpe è uno scorpione nero che distrugge e mangia la bandiera del Tawhid, cioè sacra perché vi è sopra il nome di Dio. Lo scorpione, inoltre, nell’Islam simboleggia il vizio ed è incarnazione del male. Seppur graficamente valida, da un punto di vista occidentale la scelta non è certo delle più felici.
Una serie di reportage Daesh continuano a testimoniare le operazioni belliche e la resilienza del Califfato in Iraq. Serie di IED che distruggono mezzi iracheno, sia dell’esercito che delle milizie sciite, operazioni di sniping, e attacchi a postazioni e caserme, che immagini provenienti dal mercato di Mosul e dalle zone limitrofe. Restando su Mosul, si apprende da fonti tradizionali, che sono giunti rinforzi per 5000 uomini; si tratta di neodiplomati dai diversi gruppi internazionali della Inherent Resolve, appartenenti alla polizia e alle forze speciali che verranno dispiegati nell’area “liberata” della città. La guerra in città oramai si è attestata su determinati fronti divento di posizione. I 5000 uomini che avranno il compito, recitano i comunicati ufficiali della Inherent Resolve, di presidiare il territorio, dovrebbero “liberare” l’esercito da questi compiti per una nuova fase cinetica in città.

Redazione

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