SERBIA. Il governo cerca alternative al gas russo

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Belgrado sta cercando nuove soluzioni per diversificare l’approvvigionamento di gas. La ministra dell’Energia Zorana Mihajlović ha infatti reso noto che il governo serbo è al lavoro per assicurarsi l’arrivo di gas naturale dall’Azerbaijan e di gas liquefatto da Grecia e Croazia. Questo nonostante il legame del paese con la Russia.

Nel frattempo, continuano anche i lavori per il gasdotto Niš-Danilovgrad che collegherà Bulgaria e Serbia, progetto sostenuto da Bruxelles: il capo della delegazione Ue a Belgrado Emmanuel Joffre ha più volte sottolineato l’importanza del piano per diversificare l’approvvigionamento del paese e per garantire più gas a imprese e famiglie. L’Unione europea ha messo in campo 50 milioni di euro per la costruzione del gasdotto; altri 25 milioni sono stati invece stanziati in prestito dalla Banca europea per gli investimenti.

Nonostante alcuni problemi logistici, il gasdotto Niš-Danilovgrad dovrebbe essere attivo nel settembre 2023. «Sono già in corso i lavori per la preparazione del tracciato e per la realizzazione di stazioni di misura e regolazione» – ha detto Zorana Mihajlovič – «Gli sviluppi in Ucraina e le perturbazioni del mercato globale hanno causato ritardi nei rifornimenti dei materiali di produzione».

Il gasdotto avrà una capacità di trasporto annuale di 1,8 miliardi di metri cubi di gas naturale. Per la Serbia il collegamento con la Bulgaria è un piano infrastrutturale strategico per garantirsi una via alternativa per l’arrivo dei rifornimenti dall’Azerbaijan.

«Le quantità di gas dipenderanno dai termini di consegna negoziabilI» – ha aggiunto Mihajlovič – «Al momento è presto per parlare del prezzo concordato, ma le aspettative sono che l’esito finale dei negoziati sarà la miglior soluzione possibile per la Serbia».

Attualmente tutto il gas importato dalla Serbia proviene dalla Russia: si tratta di circa 2 miliardi di metri cubi all’anno, spediti attraverso il gasdotto sottomarino del Mar Nero Turk Stream attraverso la Turchia e infine, tramite un collegamento a terra noto come Balkan Stream, la Bulgaria.

Carlo Comensoli