SERBIA. Dall’opposizione alla miniera di Litio a quella verso il governo 

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Sono in corso proteste a livello nazionale in Serbia in seguito alla decisione del governo di rilanciare il controverso progetto di estrazione del litio di Rio Tinto nella valle del fiume Jadar. Le dimostrazioni, che hanno interessato decine di città e paesi nelle ultime due settimane, sono culminate in una protesta di massa a Belgrado la sera del 10 agosto, tentando di bloccare due stazioni ferroviarie.

Gli eventi di Belgrado hanno seguito una quindicina di dimostrazioni in città e paesi più piccoli in tutta la Serbia. Le proteste in corso segnalano una significativa opposizione al governo, al di là del tradizionale bastione dell’opposizione a Belgrado, e indicano che il dibattito sul futuro dell’estrazione del litio è tutt’altro che concluso, riporta BneIntelliNews.

I manifestanti chiedono un divieto permanente all’estrazione di litio e boro, citando preoccupazioni per la potenziale minaccia alle risorse locali di terra e acqua, che potrebbe mettere a repentaglio la salute e i mezzi di sostentamento delle comunità vicine.

I critici sostengono che il governo sta dando priorità agli interessi stranieri e aziendali rispetto al benessere del proprio popolo, con poche promesse di benefici tangibili per il paese.

Il malcontento pubblico è stato alimentato dalla percezione che il governo abbia tratto in inganno i suoi cittadini, rilanciando il progetto solo dopo le elezioni nazionali e locali di dicembre, nonostante le precedenti rassicurazioni che fosse fuori dall’agenda.

Per molti che si oppongono al governo, il tentativo di far rivivere la miniera di litio di Rio Tinto dopo che l’opinione pubblica nel 2021 aveva chiarito di essere contraria rappresenta “l’ultima goccia”. La portata di queste manifestazioni sottolinea le lamentele radicate tra la popolazione, al di là della questione del litio, e solleva interrogativi su come il governo affronterà le preoccupazioni dei suoi cittadini in futuro.

Finora, il governo si è affidato alle sue solite tattiche, incolpando le proteste dell’ingerenza occidentale per screditare l’opposizione. Il 9 agosto, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha ringraziato i servizi segreti russi per aver messo in guardia da un tentativo di colpo di stato.

I media allineati allo Stato, come il quotidiano Politika, hanno pubblicato storie sensazionalistiche sostenendo che “i servizi occidentali stanno preparando rivolte di massa in Serbia”, un’affermazione non credibile dato che l’Occidente sostiene i piani del governo sul litio.

Ironia della sorte, ora è l’opposizione generalmente filo-europea a opporsi alla politica dell’UE sull’estrazione del litio in Serbia, e il governo solitamente filo-russo ed euroscettico sta eseguendo gli ordini dell’Ue.

Maddalena Ingrao

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