SERBIA. A Belgrado la diplomazia dei vaccini di Pechino sta funzionando

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Mentre le nazioni europee lottano con la carenza di vaccini Covid-19, la Cina è intervenuta con forniture alla Serbia e all’Ungheria, amplificando la sua politica e strategia di soft diplomacy nel Vecchio Continente.

Il programma di vaccinazione della Serbia per una popolazione di 6,95 milioni di persone è stato accelerato da una spedizione di 1 milione di dosi dal produttore cinese Sinopharm (China National Pharmaceutical Group Corp) il 17 gennaio. La Serbia ha il secondo più veloce roll-out di vaccini Covid-19 in Europa, dietro la Gran Bretagna, secondo Our World in Data dell’Università di Oxford, che tiene traccia delle vaccinazioni globali.

L’Ungheria, inoltre, è diventata il primo membro dell’Unione Europea ad approvare unilateralmente il vaccino cinese per l’uso di emergenza il 29 gennaio: ha ordinato 5 milioni di dosi, sufficienti per un quarto della sua popolazione.

Il successo della Cina in questi paesi contrasta con le difficoltà dell’Ue nella distribuzione dei vaccini tra i suoi 27 stati membri, riporta Scmp. L’acquisto di 300 milioni di dosi affronta ritardi dopo che AstraZeneca ha ammesso problemi di produzione che avrebbero comportato tagli alle consegne a febbraio e marzo, portandole a 31 milioni dagli 80 milioni previsti. A gennaio, meno del 4% della popolazione combinata dell’UE di 450 milioni era stata vaccinata, secondo Our World in Data.

Sulla base delle precedenti aperture di Pechino a coltivare i legami in Europa, la diplomazia dei vaccini con la Serbia e l’Ungheria non è una sorpresa.

L’Ungheria è un paese politicamente problematico con la volontà politica di Viktor Orban di creare una democrazia illiberale, che lo lega con la Cina e quando la Serbia ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale a marzo 2020 per la pandemia di coronavirus, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha fatto esplodere l’Ue accusandola di porre restrizioni all’esportazione di attrezzature mediche, chiamando la solidarietà europea una “bella storiella”, aggiungendo che solo la Cina aveva teso una mano.

Vucic ha usato lo stesso copione dopo l’arrivo dei vaccini Sinopharm, lamentandosi con i media serbi alla fine del mese scorso che non una dose di vaccino era arrivata dal Covax Facility, un sistema multilaterale di distribuzione dei vaccini sostenuto dall’Oms.

Per anni, la Serbia ha coltivato stretti legami con la Cina che ha “ripagato” in questo caso, mentre Montenegro, Kosovo e Macedonia, non hanno niente dei vaccini dell’Ue.

La diplomazia dell’Unione europea in Serbia è appesantita dalla burocrazia, mentre l’ambasciatore cinese in Serbia Chen Bo è stato il più attivo del corpo diplomatico di Belgrado, incontrando regolarmente Vucic e altri ministri, un chiaro segno che Pechino apprezza un alleato così vicino all’Unione europea.

Anna Lotti