Scontri e morti in Etiopia

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di Maddalena Ingroia   ETIOPIA – Addis Abeba 04/10/2016. Più di 500 persone sono state uccise nella regione etiope di Oromiya, quando la polizia ha usato gas lacrimogeni e sparato in aria per disperdere i manifestanti anti-governativi il 2 ottobre.

La televisione di stato etiope ha detto che secondo le autorità i morti erano 52, mentre l’opposizione ha detto che almeno 50 persone sono state uccise mentre scandevano slogan contro il governo e sventolavano la bandiera di un gruppo di ribelli. Nell’Oromiya, negli ultimi due anni, si è scatenata una serie di proteste suor più violente e in generale contro il governo: dalla fine del 2015, decine di manifestanti sono stati uccisi negli scontri con la polizia.

Le tensioni nel paese segnano la contraddizione tra i tassi di crescita elevati sbandierati dal governo, e le critiche dell’opposizione e dei gruppi per i diritti per la compressione le libertà politiche. Il 2 ottobre, migliaia di persone si erano radunate per l’Irreecha, la festa di ringraziamento nella città di Bishoftu, a circa 40 km a sud della capitale Addis Abeba; subito la folla ha scandito slogan contro il governo impedendo agli anziani della comunità, ritenuti vicini al governo, di tenere i loro discorsi.

Alcuni manifestanti hanno sventolato la bandiera rossa, verde e gialla del Fronte di liberazione Oromo, gruppo ribelle definito organizzazione terroristica da parte del governo. Quando la polizia ha sparato gas lacrimogeni e colpi in aria, si è scatenata una grande fuga, e molti sono stati i travolti dalla folla.  Le proteste nell’Oromiya sono iniziate nel 2014, innescate da un piano di sviluppo della capitale che avrebbe esteso i suoi confini, minacciando terreni agricoli.