SCENARI. La Corea del Sud al tempo dell’invasione cinese di Taiwan

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Il nuovo presidente della Corea del Sud rimane cauto nell’articolare una posizione su una potenziale invasione di Taiwan. Il dibattito pubblico e politico in Corea è stato attivo, spesso orientato verso una posizione di deliberata moderazione, sostenendo che la minaccia nordcoreana giustifichi il non coinvolgimento.

Ma lo stare alla finestra maschererebbe una vera confusione strategica: confonde obiettivi strategici con posizioni negoziali; minimizzare il coinvolgimento può essere una tattica negoziale, ma non dovrebbe definire la strategia di una nazione; inoltre una simile posizione manca di coerenza nella gestione della segnalazione strategica: quando nascondere e quando rivelare intenzioni e capacità. Infine ignora i rischi di una comunicazione strategica incompleta: gli avvertimenti rivolti agli avversari possono inavvertitamente destabilizzare gli alleati, e i messaggi di politica interna possono incoraggiare gli sfidanti esterni, riporta Pacific Forum.

Secondo diversi analisti e docenti universitari sudcoreani, la Corea del Sud dovrebbe valutare attentamente le realtà che si troverebbe ad affrontare in caso di crisi taiwanese e pianificare di conseguenza le proprie opzioni strategiche.

L’Amministrazione Trump sta ora considerano una crisi su due fronti: la Cina su Taiwan e la Corea del Nord sulla penisola. Già la US National Defence Strategy di Washington per il 2022 ha rafforzato la “deterrenza integrata”, spingendo gli alleati a collegare più teatri. Per Seul questo significa andare oltre la prospettiva esclusivamente nordcoreana e preparare forze, leggi e opinione pubblica per contingenze regionali più ampie.

Tuttavia, un recente studio del Korea Economic Institute – KEI rileva che gli alleati non hanno ancora concordato ruoli, soglie e rapporti di comando per uno scenario a Taiwan. Il problema è tanto qualitativo quanto temporale: Pyongyang propende per un’escalation nucleare verticale, mentre Pechino si avvale di strumenti informatici, spaziali e di attacco di precisione. Gestire entrambi simultaneamente richiede quindi nuovi concetti, un C4ISR interoperabile e reti logistiche flessibili, non solo un aumento delle forze.

Nella simulazione del Guardian Tiger, gli attacchi cinesi a Taiwan hanno coinciso con le provocazioni nordcoreane, costringendo le Forze Armate statunitensi in Corea a dividere l’attenzione su due teatri, cosa insostenibile con l’attuale pianificazione. Poiché i semiconduttori, le batterie e le rotte di navigazione coreane dipendono dalla stabilità dello Stretto, la neutralità non offre alcun riparo: per Bloomberg Economics, la Corea sarebbe la seconda economia più colpita al mondo in uno scenario di blocco. Agli occhi di questi ricercatori, se Seul intende seriamente essere uno “Stato cardine globale”, deve considerare la simultaneità strategica non come un onere aggiuntivo, ma come il prezzo da pagare per salvaguardare la propria prosperità e la credibilità dell’alleanza in un Indo-Pacifico interconnesso.

La neutralità non pagherebbe in un’eventualità taiwanese: Seul dovrebbe adottare una risposta graduale dal supporto diplomatico e dalla condivisione di informazioni all’accesso calibrato alle basi e a schieramenti limitati. L’analisi del KEI evidenzia come le basi militari in Corea sarebbero indispensabili per il supporto alla ISR della coalizione, alla protezione aerea e marittima e alla logistica, anche senza truppe della Corea del Sud in prima linea.

Seul dovrebbe anche prepararsi alle richieste che Washington presenterà se scoppiasse una crisi a Taiwan. Gli Stati Uniti cercheranno un ampio allineamento strategico su fronti militari, diplomatici, economici e informativi, non solo sugli aiuti sul campo di battaglia. La Corea del Sud può soddisfare questa esigenza stabilendo linee rosse flessibili.

La richiesta più plausibile di Washington sarà l’accesso alle basi sudcoreane. Osan e Gunsan offrono piste di atterraggio e carburante rinforzati; Busan e Jeju possono movimentare rifornimenti bellici e aiuti su larga scala, segnalando la determinazione degli alleati e rafforzando la deterrenza integrata senza la presenza sul campo della Corea del Sud. Integrare questa richiesta nel piano di risposta graduale e nelle linee rosse flessibili di Seul permette alla Corea di soddisfare le esigenze degli Stati Uniti mantenendo al contempo il controllo politico.

Tommaso Dal Passo

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