SALUTE. Tumore alla prostata: si muore meno, ma i nuovi casi ogni anno sono 40mila

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Il tumore della prostata? Equivale a quasi il 20% (19,8%) di tutti i tumori maschili ed è il più diffuso tra gli uomini: oltre 560mila i pazienti registrati, con circa 40mila nuovi diagnosticati ogni 12 mesi.

I numeri pubblicati da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) lasciano poco spazio ai dubbi. In Italia i decessi superano le 7mila unità l’anno, seppur a fronte, dato che fa ben sperare, del 91% di sopravvivenza a 5 anni dal responso medico (sono però 7 milioni gli uomini, dai 55 anni in su, che potenzialmente potranno ricevere diagnosi per carcinoma prostatico, ndr).

Dicevamo della diminuzione in tema di mortalità: elemento che sta a dimostrare come un’identificazione precoce del male oltre a condurre il paziente verso la possibile guarigione – grazie alle differenti opzioni terapeutiche oggi in circolazione – favorisca al contempo una più corretta e facile gestione della patologia.

«Diagnosi precoci e trattamenti innovativi – dice Francesco De Lorenzo, presidente FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) –sono fondamentali per riuscire a garantire una maggiore aspettativa di vita alle persone. La ricerca scientifica ha reso disponibili nuovi, efficaci strumenti clinici. Va però incentivata la multidisciplinarietà e dunque la collaborazione strutturale tra specialisti. Rimane questo l’approccio migliore nel contrasto alle forme di tumore urologico».

«Per il tumore alla prostata – aggiunge Maria Laura De Cristofaro, presidente di Europa Uomo Italia – chiediamo che le istituzioni nazionali e locali si mobilitino accanto ai malati uomini come già succede per il tumore al seno nelle donne».

Atro neo da non sottovalutare: in Italia la radioterapia risulta sottoutilizzata nel combattere il tumore della prostata. Si calcola che solo un paziente su quattro riceva trattamenti che possono curare, o anche cronicizzare, la neoplasia. Lo scarso utilizzo può essere dovuto ad alcune difficoltà logistiche legate ai tempi d’attesa piuttosto lunghi o l’eccessiva distanza dalle strutture ospedaliere.

«La radioterapia di alta precisione offre trattamenti sicuri, veloci ed efficaci e con un rapporto tra costo e beneficio molto favorevole», spiega Barbara Jereczek, direttore della Divisione di Radioterapia all’IEO di Milano. «Negli ultimi anni abbiamo visto un grande sviluppo tecnologico che ne ha migliorato in modo significativo il profilo della tossicità».

«Il cancro alla prostata è una patologia complessa e per questo richiede la collaborazione/interazione di più figure mediche» conclude Massimo Di Maio, segretario nazionale AIOM. «Per quanto riguarda le terapie farmacologiche, anche se più lentamente rispetto ad altri tumori, si sta assistendo a buoni progressi in direzione della medicina di precisione».

Risale a tempi più recenti, invece, un altro risultato sempre declinato sui trattamenti innovativi mirati alla malattia avanzata: la teranostica (“terapia + diagnostica”) che rappresenta l‘integrazione fra metodo diagnostico e momento terapeutico, basato sull’impiego di una “molecola” radioattiva capace di colpire in maniera selettiva le cellule “impazzite”.

Marco Valeriani

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