
L’epidemia-pandemia da Covid-19 negli ultimi due anni ha riacceso, con toni ancora più esplosivi, il tema delle fake news in ambito medico-scientifico. Il costante bombardamento d’informazioni amplificato dalla rete virtuale non poteva non avere conseguenze su quanti, sottoposti a percorsi terapeutici per combattere un tumore, si sono rivelati più vulnerabili al fenomeno. A tal punto da portare gli stessi verso decisioni frettolose ed errate.
I pazienti oncologici in trattamento, svela uno studio condotto su quasi 900 soggetti e pubblicato da poco su Patient Education and Counseling, evidenziano una maggiore vulnerabilità alla disinformazione sul Covid-19. Pratica alquanto diffusa online e con i social network tra i principali indiziati. Aspetto, quest’ultimo, che sembra al contrario non intaccare coloro che pur colpiti dal cancro hanno concluso il ciclo di cure.
Al stesso tempo, un’altra indagine compiuta su oltre 500 soggetti affetti da neoplasia mette in luce come internet rappresenti un punto di riferimento per 3 persone su 4, ma appena il 5% di riceva dal proprio medico-oncologo consigli su dove approfondire le tematiche correlate allo stato di salute.
Infine, un ulteriore studio, prodotto dall’Università Politecnica delle Marche su 75 operatori sanitari, ha dimostrato come la metà del “campione” preso in esame non abbia/possieda una specifica formazione in campo comunicativo: seppur il 93,4% desideri acquisire/migliorare capacità adeguate.
Ecco, allora, che proprio in Ancona, all’Università Politecnica, inizierà, il prossimo 16 giugno, il primo corso di perfezionamento con focus mirato: “Comunicare il cancro, la medicina e la salute”. Cinquanta i posti messi a disposizione per il modulo online a cadenza settimanale e durata semestrale: chiusura delle iscrizioni il 19 aprile.
Il corso, promosso dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università marchigiana in collaborazione con WHIN (Web Health Information Network) prevede, quali requisiti d’accesso, il diploma di laurea triennale o magistrale oppure un titolo di studio equiparabile conseguito all’estero. Centosessanta le ore di lezione complessive e oltre 35 quelle volte al tirocinio. Il corso rientra in una progettualità più ampia, comunicareilcancro, sostenuta da un portale ad hoc – www.comunicareilcancro.it – e dai rispettivi profili Social.
“L’obiettivo di fondo – chiarisce Mauro Boldrini, direttore comunicazione per AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) – è fornire gli strumenti giusti alla divulgazione d’informazioni corrette a livello oncologico e non solo, utilizzando fonti sicure ed efficaci. Un esempio? Annullare l’equazione tumore uguale male incurabile: in Italia, a 5 anni dalla diagnosi, sono vivi il 65% delle donne e il 59% degli uomini”.
Tra le materie d’insegnamento del nuovo corso figurano: Oncologia clinica, Igiene generale e applicata, Neurologia, Medicina narrativa, Organizzazione aziendale sanitaria, Storia della comunicazione in Medicina, Medicina legale, Team working fino ad arrivare alla comunicazione delle vittorie/sconfitte, alla comunicazione efficace su radio, Tv, giornali online e cartacei non senza contemplare le buone regole per gestire le notizie e realizzare interviste.
“I social media – spiega Rossana Berardi – ordinario di Oncologia medica dell’Università Politecnica e Direttore della Clinica oncologica Ospedali Riuniti di Ancona – possono aver impatto importante nell’affrontare malattie croniche quali i tumori. I pazienti che accedono ai social network vogliono far parte di una comunità per sentirsi meno soli e cercare riscontri. Il confronto con chi è in condizioni analoghe genera aspettative positive e può favorire i comportamenti giusti degli altri”.
Marco Valeriani