SALUTE. IST: oltre 140mila casi dal 1991 al 2019

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Sono oltre 140mila i nuovi casi di Infezioni sessualmente trasmesse (IST) che il Sistema di sorveglianza italiano – in realtà sono due i sistemi di sorveglianza sentinella, entrambi coordinati dal Centro Operativo AIDS (CoA) dell’Istituto Superiore di Sanità – ISS – ha registrato e segnalato tra il 1° gennaio 1991 e il 31 dicembre 2019.

Un numero rimasto pressoché stabile fino al 2004, con una media di quasi 4mila casi l’anno. Diverso l’orizzonte dal 2005 al 2019: qui le segnalazioni hanno compiuto un significativo balzo in avanti di circa 42 punti percentuali. Rispetto all’intero periodo preso in esame, il 71,5% dei casi è stato diagnosticato in soggetti maschili mentre il 28,5% in donne. Molto simile l’età degli individui “colpiti” da IST: 32 anni (30 nelle donne e 33 negli uomini).

Le patologie più frequenti
Tra il 1991 al 2019, le patologie più frequenti possono essere raggruppate in tre macro-categorie: i condilomi ano-genitali (60.583 casi, 43% del totale); la sifilide latente (11.480, 8,2%) e l’herpes genitale (10.140, 7,2%).

Per le infezioni da Chlamydia trachomatis (Ct), l’aumento si evidenzia dopo il 2008: con un incremento di quasi quattro volte tra il 2008 e il 2019. Nel 2019, il picco: 33% in più sul 2017.

Scenario altresì sfavorente per la gonorrea: casi raddoppianti negli ultimi cinque anni. In dettaglio. Nel 2019 e rispetto al 2000 i casi crescono quasi tre volte e mezzo: sia nel MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con uomini) sia nel sesso femminile. Di contro, l’andamento delle segnalazioni per sifilide primaria e secondaria rimane sostanzialmente immutato fino al 2000. Da qui in avanti, Il Sistema di sorveglianza registra aumenti pari a circa cinque volte e mezzo nel 2005 e un nuovo exploit nel 2016. Andamento ribaltato negli ultimi quattro anni: meno casi (-20%) soprattutto negli MSM (nel 2019 gli MSM rappresentavano il 74,1% delle segnalazioni globali).

Nel 1992 è la sifilide latente a far schizzare in su l’asticella. Poi l’incremento nel 2005 pari a due volte sul 1996 e quindi la successiva riduzione-stabilizzazione. Nel 2019 – rispetto al 2000 – il numero dei casi si è dimezzato sia negli individui eterosessuali sia nelle donne ma non negli MSM.

Nei condilomi ano-genitali si osserva la crescita progressiva dal 2000 al 2016 – aumento di circa tre volte rispetto al 2000 – e una stabilizzazione-riduzione fino al 2019. Il numero annuo delle segnalazioni per herpes genitale ha, infine, mostrato dal 2004 il segno +, nonostante i numerosi riscontri grafici altalenanti.

HIV
Dei 140.874 soggetti con nuova diagnosi di IST segnalati dal 1991 al 2019, 96.607 (il 68,6%) hanno effettuato il test anti-HIV: l’8% (7.728 persone) è risultato positivo.

Nel periodo 1991-2008, la più alta prevalenza di HIV risale al 1997 (11%); la più bassa nel 2008 (4,7%). Dopo il 2008, c’è l’incremento costante della prevalenza HIV fino all’11,7% del 2016 (è il 10,7% del 2019). Guardando ai numeri nel complesso, la prevalenza di HIV risulta sempre più alta negli MSM evidenziando un’ascesa continua dal 2008 e toccando addirittura il 30,4% nel 2019. Negli eterosessuali è al contrario diminuita assestandosi al 2,3% nel 2019.

Marco Valeriani