
C’è anche un italiano – il solo ricercatore del nostro Paese – a mettere la “firma” sulla recente scoperta dell’insulina basale “a lento rilascio” settimanale. Scoperta che porterà a un più che sensibile miglioramento nella vita dei pazienti diabetici, dei loro familiari e di chi li assiste.
«Molto presto – spiega Roberto Trevisan, professore di Endocrinologia all’Università di Milano-Bicocca e direttore della Diabetologia dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo – si passerà dalle 365 alle 52 iniezioni l’anno». L’insulina basale “a lento rilascio” settimanale non comporta un aumentato rischio di ipoglicemia; bensì migliora il controllo glicemico rispetto all’insulina fatta ogni giorno. I risultati di questa importantissima “novità” in campo medico sono stati da poco pubblicati sulle pagine del New England Journal of Medicine. La presentazione dei risultati dello studio di Fase III – a conclusione del percorso della nuova insulina Icodec – si è svolta sabato 24 giugno a San Diego, negli Stati Uniti, nel corso dei lavori dell’ADA, l’American Diabetes Association.
Ora si è in attesa dell’approvazione della molecola da parte degli enti regolatori del farmaco, affinché venga resa disponibile per la sua commercializzazione in aiuto dei tanti malati di diabete in tutto il mondo e la cui cifra stimata è oggi pari a oltre 500 milioni.
A tal proposito, la rivista Lancet ha diffuso un documento secondo il quale il numero di persone “colpite” da diabete è in aumento ovunque. Le impennate maggiori si registrano in Asia, Africa, America del Sud e negli Stati Uniti. Mentre risulta più costante il numero dei pazienti diabetici in Europa, seppur in presenza di un aumento dei casi di diabete di tipo 2 nei bambini. Le motivazioni della crescita vanno ricercate nell’obesità indotta dal troppo cibo da fast food e dall’assenza di attività fisica o sportiva. Trevisan mette dunque l’accento sui grassi animali, i principali responsabili del diabete, rispetto alla comune convinzione della malattia correlata agli zuccheri semplici. Da qui l’invito al mondo della scuola perché educhi i giovanissimi alla buona alimentazione accompagnata dalla corretta attività motoria.
Tornando all’Icodec, ci troviamo al cospetto di «una vera e propria rivoluzione positiva della terapia insulinica», commenta il professor Trevisan. «La nuova molecola ha il potenziale di semplificare la terapia del diabete che richiede terapia insulinica, eliminando nei pazienti il disagio della iniezione giornaliera e aumentando l’aderenza alla terapia insulinica. Un vero cambio epocale».
La notizia era attesa da tempo nel mondo scientifico della Diabetologia. Il passaggio dall’assunzione giornaliera a quella settimanale rappresenta un enorme vantaggio nei soggetti diabetici di tipo 2, che sono spesso soggetti anziani, con più patologie concomitanti, e che devono assumere diversi farmaci. Un altro vantaggio, non da poco, della formulazione della terapia su base settimanale coincide con la possibilità di ridurre l’impegno richiesto agli operatori sanitari che si occupano dei pazienti diabetici richiedenti insulina; soprattuto se persone ricoverate nelle strutture sanitarie residenziali a lungo termine.
«La ricerca clinica offre ai pazienti le cure più efficaci e innovative prima della loro diffusione su scala globale», conclude il direttore sanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII, Fabio Pezzoli. «Ringrazio i professionisti della nostra Diabetologia per aver dimostrato ancora una volta di essere in grado di proporre ai nostri pazienti le terapie più innovative e ciò sulla base di una partecipazione a collaborazioni internazionali di assoluto rilievo».
Marco Valeriani