SALUTE. Cirrosi epatica: speranze per i malati dal trapianto di microbiota fecale

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In diverse occasioni, la stampa medica e quella generalista si sono concentrate sull’importanza del microbiota circa lo status di benessere complessivo dei singoli individui: donne e uomini.

È di queste ultime settimane la “scoperta” contenuta nello studio condotto dalla professoressa Debbie L. Shawcross del King’s College di Londra su 32 pazienti affetti da cirrosi epatica avanzata e sottoposti a trapianto di microbiota fecale. Studio dal quale si evince come quest’ultimo possa riportare in buona salute l’intestino e aiutare in modo molto significativo il paziente cirrotico.

In altri termini, il trapianto di microbiota fecale può trattare la cirrosi nel suo stadio avanzato, quindi ripristinare la funzione di barriera intestinale delle persone malate e aumentare il metabolismo dell’ammoniaca.

Questo perché chi soffre di cirrosi epatica risulta portatore di una ridotta diversità batterica intestinale, in cui a “farla da padroni” sono proprio i microbi patogeni (quelli cattivi, ndr).

Tale “distonia”, unita alla funzione di barriera intestinale non più integra, comporta il “passaggio” dei batteri nel corpo e la ridotta risposta immunitaria antimicrobica innalza il rischio d’infezioni e mortalità.

Lo studio di fattibilità sui 32 pazienti sottoposti a trapianto di microbiota fecale (FMT) ha messo in luce l’attecchimento e il ripristino della suddetta diversità intestinale, nonché la riduzione della ritenzione di ammoniaca nel sangue.

Da qui la dimostrazione, è la prima volta che accade, come l’FMT modifichi il microbiota intestinale, potenziando la funzione di barriera, l’immunità antimicrobica della mucosa e il metabolismo dell’ammoniaca.

«Si tratta di risultati iniziali promettenti per quanti hanno una malattia epatica cronica. Pazienti – spiega Debbie L Shawcross, docente di Epatologia e insufficienza epatica cronica al King’s College di Londra – che hanno un bisogno disperato di opzioni terapeutiche alternative».

Lo studio conferma altresì la crescente consapevolezza del legame tra salute dell’intestino e malattie del fegato. Il trapianto fecale, nel caso di specie, è stato eseguito tramite endoscopia. Prossimo step? I ricercatori produrranno capsule fecali che i pazienti potranno ingerire come un semplice farmaco.

Shawcross e il team del King’s College di Londra hanno iniziato lo Studio Promise con placebo su 300 pazienti utilizzando le capsule FMT che comporteranno il dosaggio multiplo e il follow-up per 2 anni.

Parallelamente, stanno lavorando con il British Liver Trust UK, The Policy Institute King’s College London e altre parti interessate chiave, tra cui l’EASL, per integrare il trattamento nelle linee guida cliniche.

Ai pazienti con malattia epatica cronica spesso vengono prescritti antibiotici; ma queste persone sono ad alto rischio di infezioni multiresistenti e ciò sta contribuendo a una crisi sanitaria di stampo planetario.

Vi è pertanto la necessità di aggredire l’infezione e la resistenza antimicrobica nella malattia epatica cronica. Ridurre la suscettibilità e l’incidenza dell’infezione in questo particolare gruppo di individui, condurrà a un minor numero di prescrizioni in fatto di antibiotici, ricoveri ospedalieri sensibilmente ridotti nonché una ridotta incidenza della resistenza antimicrobica.

Marco Valeriani

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