SALUTE. Anestesia senza oppiodi per “riparare” il cuore

244

Si può intervenire chirurgicamente sul cuore eliminando lanestesia con oppioidi? La risposta, di grande interesse per la comunità medico-scientifica e i pazienti in lista d’attesa, arriva dal Maria Pia Hospital di Torino, struttura del gruppo GVM Care & Research con allattivo una lunga e riconosciuta tradizione nel trattamento delle patologie cardiovascolari.

La clinica torinese ha, infatti, introdotto il protocollo anestesiologico denominato Gran Torino” (dallacronimo inglese di Global Reduction of ANaesthesia in Thoracotomy Optimized for Real INnovative Operations), presentato nel 2022 alla Società Italiana di Cardiologia, che non prevede luso di oppioidi e impiegato, per la prima volta in regione, nellambito della chirurgia valvolare.

Maria Pia Hospital vanta in Piemonte un ragguardevole primato nell’ambito della cardiochirurgia mininvasiva – quasi il 70% degli interventi effettuati lanno scorso – indirizzata «a migliorare – spiega Mauro Del Giglio, corresponsabile dellUnità Operativa di Cardiochirurgia – le condizioni psicofisiche del paziente in ogni momento del percorso di cura; a partire dallottimizzazione dellintervento stesso, utilizzando skill tecniche migliori, riducendo i tempi di circolazione extracorporea e impiegando un flusso anterogrado, che risulta più fisiologico in quanto simula landamento arterioso, evitando così ulteriori incisioni. Grazie allexpertise di quasi ventanni – la struttura conta ben 3.000 casi affrontati mediante approccio mininvasivo – ci siamo spinti a ottimizzare e migliorare laspetto anestesiologico».

Trentuno i casi – chirurgia valvolare aortica o mitralica – trattati a oggi con anestesia priva di oppioidi: 29 in minitoracotomia e 2 in sternotomia. Si fa ricorso a un mix di farmaci mirati a bloccare, a livello cellulare, i recettori del dolore. Grazie al protocollo Gran Torino”, inoltre, il paziente viene estubato già in sala operatoria, si risveglia più velocemente e ha una ripresa facilitata: niente depressione respiratoria, iperalgesia post-operatoria, disturbi gastrici.

«Potenzialmente – chiarisce José Zulueta, anestesista di GVM Care & Research – i pazienti idonei all’anestesia generale, lo sono allanestesia senza oppioidi. Nelle fasi iniziali noi selezionavamo solo i soggetti con quadri clinici compromessi, più gravi e fragili; ora il protocollo è entrato nella pratica quotidiana e non pone vincoli in termini di durata o complessità. Infine riduce il rischio deldelirio post-operatorio”: è come se il cervello si spegnesse e la sua riaccensione avvenisse lentamente e con sbalzi evidenti, dovuto proprio alla profondità dellanestesia soprattutto nelle persone avanti negli anni».

Il protocollo “no-oppioidi” si è dimostrato molto vantaggioso nelle condizioni date da pazienti a rischio elevato: ovvero quelli che risentono in percentuale maggiore degli effetti collaterali.

Un’ultima sottolineatura: tale anestesia apre la possibilità d’interventi chirurgici, con una ripresa migliore, su quanti affetti da molteplici comorbidità come: broncopneumopatia cronica ostruttiva, insufficienza renale, diabete, neoplasie, malattie cerebro-vascolari.

Marco Valeriani

Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/