SALUTE. Ambiente inquinato e malattie: un legame “da spezzare”

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È universalmente riconosciuto come e quanto la prevenzione dalle gravi malattie passi attraverso stili di vita corretti: alimentazione compresa. Ma sapere, nero su bianco, che le condizioni ambientali – i fattori in quanto tali – influenzano, in termini di esposizione, oltre il 20 per cento delle patologie, fa parecchio riflettere. E deve, in particolare, far riflettere quanti preposti al governo delle comunità. Chi è, in buona sostanza, nelle condizioni di poter decidere per il bene collettivo.

Nasce, allora, l’esigenza di coniugare l’educazione alla salute della popolazione e, più in dettaglio, dei giovani, con la promozione degli interventi tesi a limitare i pericoli provocati dall’inquinamento. 

L’appello arriva dal convegno nazionale “One Health Day” promosso da One Health Foundation. Realtà che già nei mesi scorsi ha avviato “One Healthon”, campagna mirata a sensibilizzare cittadini, istituzioni nazionali e locali, medici e media – giornali, radio, tv, agenzia di stampa – sulla necessità di promuovere il benessere del nostro pianeta. 

«La maggioranza dei casi di malattie cardiovascolari, oncologiche e respiratorie, è provato a livello scientifico, sono in qualche misura influenzate dai fattori ambientali» dice Rossana Berardi, Presidente di One Health Foundation e Ordinario di oncologia medica all’Università Politecnica delle Marche. «Più di 1,4 milioni morti l’anno provocati dal cancro in tutto il mondo risultano riconducibili a fattori di rischio modificabili di natura ambientale. Ciò non deve rappresentare un alibi e favorire comportamenti altrettanto pericolosi quali il fumo, l’abuso di alcol e la sedentarietà. Con stili di vita sani (non ultima l’attività fisica a seconda dell’età biologica, ndr) si può evitare fino al 40% delle nuove diagnosi di neoplasia. La prevenzione primaria è altresì fondamentale nelle patologie cardiovascolari: in Italia rappresentano – purtroppo – la principale causa di morte e determinano oltre il 40% dei decessi. Stiamo pensando di attivare ambulatori virtuali utili a educare i cittadini di ogni età sul nuovo approccio olistico alla salute».

Sulla stessa lunghezza d’onda si pronunciano i referenti del WWF nazionale.

«La nostra salute è legata a quella delle altre specie e all’ambiente circostante» commenta Roberto Danovaro, ordinario di Ecologia, Università Politecnica delle Marche e presidente comitato scientifico WWF. «Abbiamo bisogno di aria pulita, acqua incontaminata, cibo sano e sostenibile. Inquinando il mondo, danneggiamo noi stessi e paghiamo un prezzo altissimo in termini di aspettativa di vita, costi sanitari, benessere complessivo. One Healthon promuove un approccio scientifico che unisce le competenze della medicina e delle scienze ambientali a una nuova ecologia umana in sintonia con la natura».

Ancora più netto è il richiamo pronunciato dai vertici AIOM.

«Siamo riusciti a coinvolgere professionisti, associazioni di pazienti e volontariato, istituzioni, testimonial e media» spiega Mauro Boldrini, direttore della comunicazione dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e vice presidente di One Health Foundation. «L’obiettivo adesso è mettere in moto progetti concreti e dai risultati tangibili. Gli stili di vita dei Paesi Occidentali stanno portando a danni irreparabili con conseguenze incalcolabili».

Marco Valeriani

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