Il governo di transizione del Mali ha chiarito la settimana scorsa che si è impegnato per avere addestratori militari russi visto se le truppe francesi si stanno ritirando. Quindi è oramai ufficiale che personale di sicurezza russo è schierato in Mali, paese senza sbocco sul mare nella regione del Sahel in Africa occidentale.
Si tratta dell’ultimo teatro del grande concorso che coinvolge le grandi potenze che si gioca in forme diverse dopo il lancio delle strategie di contenimento degli Stati Uniti contro la Cina e la Russia. La Francia, ex potenza coloniale che governava il Mali, e la Germania, un’altra potenza coloniale con una storia in Africa, hanno presumibilmente combattuto l’insurrezione nella regione del Sahel negli ultimi anni, riporta Indian Punchline. Tuttavia, il Mali sospetta che queste potenze europee non sono serie nel combattere i gruppi jihadisti, ma stanno perseguendo un’agenda neo-colonialista.
Una serie di notizie a riguardo sono apparse nei media russi almeno dal 2019 e riguardavano tutta l’area: i paesi del Sahel avevano sondato Mosca per il dispiegamento di consiglieri militari, seguendo il modello di altre regioni dell’Africa come la Repubblica Centrafricana. La regione del Sahel che corre lungo la parte centrale dell’Africa si trova sopra alcune delle più grandi falde acquifere del continente ed è potenzialmente una delle regioni più ricche del mondo. Senza dubbio, è una regione di grande importanza strategica, una cintura larga 1.000 chilometri che si estende per 5.400 km dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso.
Storicamente, la Russia non ha alcun passato coloniale nel continente africano ne ha alcun intervento militari in Africa, a differenza degli Stati Uniti. Questo fatto è molto attraente per le élite africane.
La Russia non si fa scrupoli a riconoscere che il governo del Mali l’ha contattata per l’invio di società private per aumentare la sicurezza nel paese in conflitto; il ministero degli Esteri russo ha affermato che Mosca continuerà ad assistere il Mali nella sua lotta contro il terrorismo e aiuterà ulteriormente a migliorare l’efficacia di combattimento del suo esercito: «Mosca condanna fermamente l’atto barbaro commesso dalle forze terroristiche nel Mali, paese amico … Sosteniamo l’intenzione del governo del Mali di prendere tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza, arrestare e punire i responsabili dei crimini (…) La Russia continuerà a sostenere gli sforzi collettivi orientati a combattere il terrorismo nella regione del Sahara-Sahel, a offrire assistenza pratica ai paesi di questa regione, compreso il Mali, in termini di miglioramento dell’efficacia di combattimento delle loro forze armate, di formazione dei militari e delle forze dell’ordine».
Da parte sua, anche il Mali gioca con a carte scoperte: nel suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre, il primo Ministro maliano Choguel Kokalla Maïga ha accusato la Francia di aver abbandonato il suo paese con la sua decisione “unilaterale” di ritirare le truppe.
I maliani hanno accolto bene i consiglieri militari russi: France 24 riportava che i sarti di Bamako stessero facendo un grande business nel, creare bandiere russe per soddisfare la domanda locale.
Il Mali possiede ricchi depositi di oro, bauxite, manganese, minerale di ferro, calcare, fosfati, uranio, ecc. L’oro domina il suo settore minerario, è il quarto produttore d’oro in Africa. Le risorse minerarie del Mali rimangono relativamente poco sviluppate; il suo territorio rimane in gran parte inesplorato e non mappato.
Maddalena Ingrao