RUSSIA. Vietato diffondere notizie su crimini durante i Mondiali

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È stato vietato di diffondere notizie sui crimini commessi durante i mondiali di calcio in Russia, per dare un’immagine del paese come area libera da reati. 

Le forze dell’ordine dovranno attenersi a questa direttiva, mentre sono stati dispiegati i pezzi forti: con i timori di un attentato terroristico come lo scorso anno a San Pietroburgo, Mosca ha dispiegato negli stadi lanciamissili e disturbatori anti-drone; poliziotti di tutte le regioni pattugliano le città che ospitano le partite, lasciando le loro città di origine.

Il blackout mediatico sottolinea la spinta data dalla Presidenza Putin ai Mondiali per farne un progetto di prestigio nazionale.

Stando a quanto riporta il britannico The Telegraph, che pubblica documenti della polizia russa, si ordina di «cessare di pubblicare nei mass media informazioni sulle operazioni investigative e misure preventive» dal 5 giugno al 25 luglio. La polizia dovrebbe monitorare i social media per «raccogliere informazioni negative sulle attività degli organi del ministero dell’Interno e della leadership». Dipartimenti di polizia nelle 85 regioni della Russia non hanno pubblicato alcuna notizia sulla cattura di criminali o sui crimini dal 6 giugno, riporta Mediazona.

Le autorità  non hanno rivelato nessuna informazione sulle operazioni di sicurezza per il torneo, ma decine di migliaia di poliziotti sono stati mobilitati insieme con il personale dei servizi di sicurezza, guardie nazionali. La Russia è uno degli Stati con il maggior numero di poliziotti al mondo, con circa 900.000 addetti. La Russia ha anche dispiegato navi da guerra e aerei nel Mar d’Azov per paura di una “provocazione” ucraina durante la Coppa del Mondo. L’attenzione per la Coppa del Mondo ha allungato i turni degli agenti che lavorerebbero per 14 ore al giorno e sono di guardia per il resto. 

Nonostante il forte dispiegamento è assai improbabile che Mosca riesca a replicare l’anello di acciaio che circondava Sochi per le Olimpiadi, visto che la Coppa del Mondo si tiene  in 11 città  e l’allarme terrorismo resta alto.

Anna Lotti