Stallo al Summit Russia – Ue

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RUSSIA – Ekaterinburg 6/06/2013. Si è concluso 4 giugno il Summit di due giorni tra Russia e Unione europea a Ekaterinburg, al confine tra Asia ed Europa, e che non ha portato i risultati sperati. Le tensioni dovute all’attuale situazione in Siria hanno reso l’incontro più freddo del previsto, e riguardo la maggior parte dei punti affrontati entrambe le parti si sono dimostrate poco propense a collaborare.

Un passo avanti si è avuto sull’accordo antidroga e nella lotta contro il traffico di sostanze stupefacenti; allo stesso modo è stata espressa la volontà da entrambe le parti di semplificare ed intensificare gli accordi commerciali, in particolar modo nel settore energetico. Il 60% degli investimenti stranieri russi infatti riguardano l’Unione europea, mentre quest’ultima è la principale investitrice in Russia. Putin però ha sottolineato come per una maggior efficacia delle relazioni tra le due parti sia necessario che vengano presi in considerazione e rispettati gli interessi di entrambe le parti, critica che riflette l’insoddisfazione russa riguardo molte delle decisioni prese da Bruxelles.

I problemi principali si sono avuti riguardo la questione  siriana, per la quale Putin ha negato l’invio di missili S-300, già annunciato in molti paesi. I rappresentanti dell’Unione europa, primi fra tutti  il presidente del Consiglio europeo  Hermann Van Rompuy e il presidente della Commissione europea  Jose Manuel Barroso, hanno inoltre posto attenzione sui diritti delle coppie gay, per le quali la Russia non sta facendo nulla e il relativo problema delle adozioni da parte di esse. Le critiche sui diritti umani sono state sollevate anche per il recente caso di Sergei Guriev, il docente di economia rifugiatosi la scorsa settimana in Francia. Putin ha fermamente negato le minacce che gli sarebbero state rivolte, affermando che se Guriev è intenzionato a tornare a Mosca, nessuno glielo impedirà.

I rappresentanti dell’Unione Europea si erano posti come obiettivo fondamentale un accordo per il  regolamento di visti e passaporti di servizio per i russi che si recano in Europa per  lavoro, in quanto concessi con troppa facilità, quando dovrebbero essere limitati alla finalità lavorativa. I russi non si sono dimostrati concordi, impedendo una soluzione al problema, aggravato dalla contrarietà degli europei riguardo alla facilità con cui le autorità russe esigono ed ottengono informazioni sui passeggeri europei che sio recano in Russia via aerea.

Pochi quindi i risultati concreti, che hanno visto anche la proposta di imporre una tassazione unica all’Unione europea per il rifornimento di gas naturale, piuttosto che diverse imposte per i singoli paesi, ed è stata riconfermata la collaborazione tra Mosca e Bruxelles; ma si è lontani da accordi bilaterali soddisfacenti.