RUSSIA. Torna la Guerra Fredda di Chess sui palchi di Mosca

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In una settimana in cui Mosca e Washington continuano a confrontarsi per i trattati sulle armi e l’Europa ha imposto nuove sanzioni al Cremlino, la Russia ha offerto un ulteriore ritorno all’era della Guerra Fredda: la sua prima messa in scena del musical degli anni Ottanta di Abba e Tim Rice: Chess.

La storia, ispirata da eventi reali, racconta la rivalità professionale e romantica tra due grandi maestri di scacchi, uno sovietico e uno americano, ed è stato rappresentato nel West End e a Broadway. Dato il coro di fantasmi sovietici e un eroe minacciato dal Kgb dopo la sua defezione, lo spettacolo potrebbe sembrare improbabile per il pubblico di Mosca; ma i produttori hanno fatto una serie di cambiamenti con cui attrarre il pubblico russo.

«Nella nostra interpretazione, non ci sono eroi e non ci sono cattivi», ha detto Dmitry Bogachev, che ha prodotto lo spettacolo, che ha debuttato il 17 ottobre al Palazzo della Gioventù di Mosca, riporta The Guardian: «Tutti i personaggi sono realistici e complicati. C’è molto di buono e di cattivo in tutti loro», prosegue Bogachev, Indicando il ruolo del capo della delegazione sovietica di scacchi, Molokov, che lavora anche per l’agenzia di spionaggio del Paese e mette cimici nella stanza del suo giocatore di punta dice: «Probabilmente si considera che sia lui il cattivo. Ma è un uomo che sta solo svolgendo il suo lavoro».

La nuova messa in scena presenta gli eventi dal punto di vista del giocatore russo Anatoly Sergievsky, liberamente ispirato al gran maestro di scacchi Viktor Korchnoi, fuggito dall’Unione Sovietica nel 1976. È stata aggiunta una scena a Mosca e tolto il ruolo di Walter, l’omologo americano di Molokov, per evitare che il musical sfociasse in contrapposizione politica ha detto Bogachev, aggiungendo che tutti i cambiamenti sono stati approvati da Rice.

Bogachev ha detto che l’obiettivo non era solo quello di adattare il musical per un pubblico russo, ma di riflettere la realtà della nuova Guerra fredda: «Mi sembra che negli anni Settanta e Ottanta le cose fossero più chiare. C’erano due sistemi, c’erano ideologie, c’erano valori socialisti e capitalisti. Ora la lotta ha smesso di essere ideologica. È una lotta geopolitica ed economica. E in questo senso tutto è diventato molto più complicato. Non ci sono due parti come negli scacchi».

Il teatro sarà limitato al 65% della capacità viste le misure del coronavirus di Mosca, che richiedono anche che il pubblico indossi maschere per tutto il tempo e si sottoponga a controlli di temperatura all’ingresso.

Graziella Giangiulio