RUSSIA. Sviluppare il commercio alleggerendo le regole

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Il ministero dell’Industria e del Commercio della Russia non approva l’idea di limitare l’orario di funzionamento delle grandi catene di negozi, perché può causare danni all’economia e privare i cittadini di alcuni benefici. Lo ha detto il vice ministro di Stato dell’Industria e del Commercio russo Viktor Evtukhov, ripreso da Ria Novosti.

La scorsa settimana, era circolata in ambienti politici russi, la voce secondo cui sarebbe stata modificata la legge sul commercio limitando l’orario di lavoro delle grandi catene di distribuzione, per far sì che il piccolo commercio potesse competere con le grandi catene.

«Il ministero dell’Industria è molto diffidente nei confronti dell’idea del divieto legale di apertura delle grandi catene di distribuzione di notte e nei fine settimana, anche se un tale disegno di legge non è arrivato (…) Siamo convinti che il recente orario di lavoro del commercio in Russia e la possibilità di acquistare i prodotti al di fuori degli orari e nei fine settimana sia un vantaggio competitivo per i consumatori. Privare i cittadini di questa possibilità, oltre al danno per l’economia, ovviamente, renderà il mercato per i consumatori meno confortevole» ha detto l’Evtukhov.

Il vice Ministro ha sottolineato che tale divieto esiste in alcuni paesi, come la Germania, ma è sempre più debole ogni anno che passa. «Tuttavia, il divieto di lavoro notturno e del lavoro durante il fine settimana esiste nei paesi occidentali e in Asia dove è molto ben sviluppata la vendita al dettaglio non in rete, che in Russia viene spesso soppressa amministrativamente E infatti lo sviluppo del commercio è molto più ampio che in Russia» ha detto il vice ministro.

Evtukhov ha ricordato che il numero di spazi commerciali per mille abitanti della Russia, è almeno due volte minore di altri paesi in Europa e Nord America. «Non dobbiamo introdurre divieti e restrizioni sulle grandi catene di distribuzione, e in ogni modo dobbiamo sviluppare le piccole forme di commercio, come fiere, mercati, il commercio non stazionario e mobile. Ma è proprio questo il problema (…) regolamentare eccessivamente il settore del commercio; quindi è necessario fare esattamente la cosa opposta: in ogni modo possibile non indebolire i rivenditori con misure di oppressione amministrativa, in particolare il piccolo commercio».

Anna Lotti