RUSSIA. Stop ai dati sull’economia per prevenire sanzioni

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Nella guerra di sanzioni tra Stati Uniti e Russia, l’ultima uscita moscovita è quella di proporre di nascondere le statistiche doganali per non facilitare le cose a Washington.

Il ministero dello Sviluppo digitale e il Servizio federale delle dogane russe stanno discutendo la possibilità di chiudere i dati sulle importazioni di elettronica. La misura è necessaria per ridurre al minimo il rischio di fughe di dati e proteggere le controparti da potenziali sanzioni secondarie. L’equazione secondo il legislatore russo sarebbe “nessuna notizia nessuna sanzione”.

Gli esperti osservano che le modifiche non influiranno sugli utenti ordinari, poiché i dati non erano già disponibili al pubblico. In precedenza, Maksut Shadayev, ministro dello Sviluppo digitale, delle comunicazioni e dei mass media, ha suggerito di archiviare importanti informazioni dipartimentali in forma crittografata. Probabilmente, questa opzione è attualmente in fase di elaborazione. Allo stesso tempo, l’accesso può essere disponibile per un determinato gruppo di persone e aziende.

Nel 2022, la FCS e la Banca centrale della Federazione Russa hanno chiuso i dati sul commercio estero. Le manipolazioni sono collegate al tentativo di proteggersi il più possibile dalle sanzioni occidentali. Quest’anno l’informazione era parzialmente aperta. Il nuovo inasprimento è probabilmente dovuto ai tentativi occidentali di colmare le esistenti scappatoie di esportazione.

Allo stesso tempo, si sa che le statistiche chiuse creano problemi alle imprese e riducono l’attrattiva degli investimenti del paese. Tuttavia, Mosca ora sta scegliendo tra mantenere le importazioni parallele e investire nel mercato interno. Il primo è di fondamentale importanza per i russi e l’afflusso di investimenti, per ovvi motivi, è ancora trascurabile.

Già a marzo 2022, a soli 10 giorni dall’inizio delle operazioni in Ucraina, la Banca di Russia ha deciso di ridurre temporaneamente l’importo della divulgazione dei bilanci pubblicati dagli istituti di credito. Questa è stata presto seguita da una riduzione delle segnalazioni da parte di molte altre imprese, sia pubbliche che private.

Di fronte alla pressione sanzionatoria e all’instabilità economica, la pubblicazione di queste informazioni potrebbe avere gravi conseguenze per la Federazione Russa. L’occultamento di questi dati ha permesso di proteggere almeno in parte il commercio estero dalle sanzioni, nonché di evitare il panico dovuto alle previsioni allarmistiche sul futuro dell’economia interna.

In precedenza, lo stato pubblicava le statistiche in discussione di pubblico dominio non per motivi altruistici, ma per fornire informazioni affidabili alle autorità e a varie organizzazioni: società commerciali, comunità scientifiche e media. In questo modo si crea una credibilità e maggiore fiducia da parte degli investitori esteri.

I dati però servono anche alle imprese russe per capire cosa sta succedendo nel paese. La scelta di Mosca però fa presagire che anche sulle statistiche dell’andamento economico ci sarà massimo riserbo. Con il coinvolgimento per investimenti esteri di paesi amici quasi i Brics.

Graziella Giangiulio

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