RUSSIA. Sicurezza collettiva nel Golfo Persico senza gli USA

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La situazione nel Golfo Persico è stata messa in ombra da una serie di incidenti, tra cui gli attacchi alle petroliere a giugno e il sequestro della nave Stena Impero battente bandiera britannica la scorsa settimana. Il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov ha presentato ufficialmente il concetto russo di sicurezza collettiva nel Golfo Persico, ha annunciato il ministero degli Esteri russo, ripreso da Sputnik.

«I principi fondamentali alla base del concetto sono un approccio graduale, il multilateralismo e la rigorosa osservanza del diritto internazionale, in primo luogo la Carta delle Nazioni Unite e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Il futuro compito strategico delineato nel documento è la creazione di un meccanismo di sicurezza collettiva e di cooperazione nella regione del Golfo Persico con il coinvolgimento su base paritaria di tutti gli stati regionali», ha detto il Ministero in un comunicato. Si tratta di un concetto che riprende fondamentalmente quanto già espresso a livello internazionale dalla tradizionale diplomazia sovietica prima e russa poi, con alcuni elementi di novità.

Secondo il concetto di sicurezza collettiva, ai paesi della regione sarà offerta l’opportunità di istituire le cosiddette “hotline” tra le rispettive forze armate: «Per quanto riguarda la situazione nella regione del Golfo Persico, gli Stati, situati in questa regione, e le parti non regionali …. accettano obblighi reciproci di trasparenza in campo militare concretizzatisi in dialogo sulle dottrine militari, riunioni subregionali dei ministri della Difesa, istituzione di ‘linee dirette’, scambio di notifiche preliminari sulle esercitazioni militari e voli di aerei militari, scambio di osservatori, abbandono dello spiegamento permanente di gruppi di Stati non regionali nel territorio dei paesi del Golfo Persico, scambio di informazioni sull’acquisto di armi e forze armate».

La Russia suggerisce anche di fermare il dispiegamento permanente di truppe straniere nella regione: «Le parti dovrebbero (…) firmare accordi sul controllo delle armi, che includono la creazione di zone demilitarizzate, il divieto di stoccaggio destabilizzante di armi convenzionali, comprese le armi antimissili, e una riduzione equilibrata delle forze armate da parte di tutte le parti».c Nel frattempo, il Rappresentante Permanente della Russia presso le Nazioni Unite Vasily Nebenzia ha dichiarato, durante un dibattito del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione in Medio Oriente, che il dispiegamento di forze militari straniere nel Golfo Persico comporta il rischio dello scatenamento di un conflitto che nessuno vuole. 

Nebenzia ha fatto riferimento indiretto alla rinnovata presenza Usa in Arabia Saudita: «Sullo sfondo di un continuo scambio di recriminazioni, c’è un aumento della presenza militare, da parte di stati che non fanno parte della regione, fatto che crea il rischio di uno scontro armato».

Graziella Giangiulio