RUSSIA. Si apre la guerra dei visti con Kiev?

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La Russia ha annunciato la possibilità di misure ritorsive in caso di introduzione dei visti per i russi dall’Ucraina. Si tratta, riporta Ria Novosti, di una decisione che deve essere presa dal presidente della Federazione Russa, ha detto l’addetto stampa del capo dello Stato, Dmitry Peskov.

«Se vi ricordate, abbiamo sempre detto che simili azioni sono una reazione basata sul principio di reciprocità, ed è per questo che non c’è nulla di nuovo sull’argomento, ma di certo possiamo dire che la risposta, ovviamente, ci sarà» ha detto Peskov. «Quale sarà, e dice tipo, è un altro discorso Questa materia sarà regolata nel caso, sarà decisa dal Presidente, in primo luogo», ha aggiunto.

Come si ricorderà il partito ucraino Fronte Popolare, ha di nuovo chiesto di prendere in considerazione il progetto di legge sull’introduzione di un regime di visti con la Russia, e il ministero della Giustizia dell’Ucraina ha manifestato la propria disponibilità a fornire assistenza al ministero degli Affari Esteri su questa materia. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha avvertito Kiev il 6 giugno che la Russia introdurrà il regime dei visti con l’Ucraina in risposta a simili azioni di Kiev.

SI tratta per l’establishment non di una rappresaglia ma di una naturale estensione della politica di Kiev. «Al regime dei visti, naturalmente, si risponderà con un regime dei visti», ha detto Lavrov, parlando nel Università Federale del Baltico.

L’introduzione dei visti è stata chiesta nel parlamento ucraino più di una volta. Ad ottobre 2016 una proposta l’ha lanciata il presidente della Verkhovna Rada, Andrei Paruby, a cui si era opposta la più grande coalizione, il Blocco Petro Poroshenko. Ai primi di giugno si era ripresentata la questione sulla necessità dell’introduzione di un regime di visti con la Russia. A questa nuova proposta si era schierato contro il Blocco d’Opposizione secondo cui l’introduzione dei visti può lasciare senza lavoro due milioni e mezzo di ucraini che lavorano oggi in Russia.

Anna Lotti