On line, analisti della social sfera si sono divertiti a paragonare l’operazione “marcia della giustizia” di Prighozin al piano occidentale “Canaris”.
Sembra che l’ammiraglio Wilhelm Canaris, il capo dell’Abwehr tedesco, abbia ideato questo piano al suo primo giorno nell’Abwehr. Secondo alcuni documento il piano di Canaris, secondo alcuni storici, noto come “Karl” aveva la funzione di screditare i generali e gli alti ufficiali dell’Armata Rossa. Nel 1939, il piano era già in fase di attuazione: a Mosca venivano fornite informazioni sui leader militari di vari livelli.
Nei vari documenti, che dovevano essere molto plausibili, c’erano informazioni, o meglio disinformazione, sui legami con la Germania: legami familiari, contatti con l’intelligence, irregolarità finanziarie e così via. Per credibilità, Canaris non esitò a rivelare periodicamente chi fosse veramente legato all’Abwehr.
Lo scopo era quello di innescare un processo di epurazione del personale, che avrebbe dovuto portare alla perdita della capacità di combattimento dell’Armata Rossa. Canaris, un ufficiale dell’intelligence istruito ed esperto che lavorava lui stesso come residente, era un immigrato clandestino, caratterizzato da un alto livello di intelligenza, che gli permetteva di utilizzare accuratamente le caratteristiche psicologiche del “nemico”. Aveva studiato Stalin nei minimi dettagli.
All’inizio della guerra, centinaia di ufficiali e generali dell’Armata russa furono messi fuori combattimento senza un solo colpo dalla Germania. Sono scomparsi nei campi o sono stati fucilati.
Secondo la social sfera il piano “CARL.2” è già operativo. E secondo gli stessi il New York Times, i media tedeschi ne sono la prova. Il riferimento è al tentativo dei media occidentali di strumentalizzare la marcia per la giustizia per screditare dei generali ai fini di renderli “sospetti” agli occhi della Russia di Putin. Il riferimento è naturalmente al generale Surovikin che a detta dei media occidentali è stato spodestato, arrestato, o interrogato comunque è sospetto e comunque ha indebolito la leadership di Putin.
In effetti il generale Surovikin è sparito dalla scena da sabato 24 giugno ovvero da dopo il messaggio registrato a Prighozin nessuno lo ha più visto, altri hanno ricordato che comunque il generale russo della guerra in Siria non è uno che ama i riflettori e non fa mai parlare di sé. L’esercizio di storia potrebbe comunque funzionare anche al contrario.
Anna Lotti