Mosca rivede la dottrina nucleare

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RUSSIA – Mosca 07/09/2014. La nuova dottrina militare della Russia sull’uso di armi nucleari, non presuppone attacchi nucleari preventivi, lo ha detto l’ex Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate della Russia.

«Prima di tutto, non è un problema di creare una nuova dottrina, ma di modificare quella esistente. Qual’è la dottrina sugli attacchi nucleari preventivi? Mi raccomando di leggere con attenzione ancora una volta (…) in particolare l’articolo 22: attacchi nucleari preventivi non sono considerati. L’uso di armi nucleari ci sarà solo come ritorsione» ha detto il generale Yury Baluyevsky. L’ex Primo Vice Ministro della Difesa russo e Capo di Stato Maggiore Generale stava commentando le recenti notizie di stampa in merito. Baluyevsky è membro di un gruppo di lavoro istituito nell’ambito del Consiglio di sicurezza russo per introdurre emendamenti alla dottrina, aggiornata l’ultima volta nel 2010. Baluyevsky ha sottolineato che, secondo la dottrina attuale, «la Russia si riserva il diritto di usare armi nucleari in risposta all’uso di armi nucleari o di altre di distruzione di massa se usate contro di essa o i suoi alleati, o nel caso di utilizzo di armi, che minaccino l’esistenza di tutto lo Stato».
Il 2 settembre, il Consiglio di sicurezza ha annunciato che la Russia intende aggiornare la sua dottrina militare entro la fine del 2014 in modo da riflettere le nuove minacce alla sicurezza, tra cui l’espansione della Nato, i piani di scudo missilistico degli Stati Uniti e la crisi politica in Ucraina. Secondo il Consiglio, le modifiche potranno anche toccare l’indipendenza della Russia nella produzione di armi, hardware e altri prodotti e attrezzature militari. A riguardo Mikhail Popov, vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, aveva detto che: «La vita dimostra che l’affidabilità di alcuni dei nostri partner occidentali è temporanea». Secondo Popov, l’efficace funzionamento del settore della difesa militare russa è «tra i fattori più importanti della capacità del nostro esercito di garantire la sicurezza dello Stato (…) è evidente che i cambiamenti nella dottrina militare dovrebbero essere diretti alla eliminazione della nostra dipendenza dalle importazioni di produzione di macchine, dalle consegne di materie prime, di materiali e parti di pronto uso». La Russia sta attuando un programma di riarmo da 640 miliardi di dollari teso ad aumentare la quota di armi moderne nelle forze armate portandole al 70 per cento entro il 2020. Le sanzioni economiche occidentali che investono il settore della difesa che vietano l’export di attrezzature militari o di duplice uso militare verso la Russia, sono state tra i motivi che hanno spinto Mosca a cercare mercati sostitutivi per l’importazione di armi. A giugno, il ministero della Difesa russo aveva detto che prevede di sostituire il 95 per cento delle importazioni della difesa entro i prossimi 2,5 anni.