L’aumento delle forniture di gas naturale liquefatto da parte della russa Novatek significa che la società è prossima a superare Gazprom, come principale fornitore di carburante in Europa.
Secondo Reuters, l’ascesa di Novatek verso l’ambito primo posto sottolinea quanto il conflitto in Ucraina abbia sconvolto l’industria energetica russa e mondiale, mentre l’Europa si rivolge al Gnl e si allontana dalla rete di gasdotti di Gazprom che ha dominato le forniture europee per decenni.
Il gas russo, a differenza del petrolio, non è soggetto a sanzioni occidentali, anche se Bruxelles sta considerando di estendere l’embargo sul carburante russo.
L’Unione Europea ha già cercato di ridurre la sua dipendenza dalle forniture russe e aspira a sostituire il gas con energia rinnovabile nel tentativo di ridurre le proprie emissioni. Nell’immediato, ha aumentato le importazioni di Gnl.
Novatek, fondata quasi 29 anni fa, si è assicurata il sostegno dello Stato russo per espandersi nel mercato del Gnl dopo il lancio del suo vasto impianto Yamal Lng nella Siberia nordoccidentale nel 2017.
Le esportazioni totali di Gazprom di Gnl e gasdotti verso l’Europa sono state di circa 13,8 miliardi di metri cubi – bcm, tra il 1° gennaio e il 15 luglio 2023.
Nello stesso periodo, le esportazioni di Novatek nella regione sono state pari a 12,34 miliardi di metri cubi.
Le esportazioni di gas di Gazprom, soprattutto verso l’Europa, si sono quasi dimezzate lo scorso anno a causa della crisi politica sull’Ucraina e dopo che i gasdotti sottomarini Nord Stream sono stati danneggiati lo scorso settembre. Germania e Italia rimangono tra i maggiori clienti di Gazprom in Europa.
La Russia punta ad assicurarsi un quinto del mercato globale del Gnl entro il 2035, passando dall’8% circa del 2022, mentre le esportazioni russe tramite gasdotto, fornite esclusivamente da Gazprom attraverso la rete di costruzione sovietica, sono in costante calo.
Il gas naturale viene congelato a meno 163 gradi Celsius per convertirlo in un liquido che può essere trasportato in qualsiasi terminale di rigassificazione del mondo, rendendolo più flessibile rispetto al gas dei gasdotti.
Per difendere la propria posizione, nel 2006 Gazprom ha ottenuto una legge che le ha permesso di diventare l’unico esportatore russo di gas naturale attraverso i gasdotti e il gas naturale liquefatto trasportato via mare. Da allora, però, la Russia ha liberalizzato il commercio di Gnl per sostenere i progetti di Novatek.
Nel frattempo, Novatek ha aumentato la produzione del suo impianto Yamal Lng nell’Artico e prevede di incrementare ulteriormente la produzione di Gnl nei suoi nuovi progetti, che dovrebbero entrare in funzione nei prossimi anni.
I vertici di Novatek e Gazprom hanno stretti legami con il Presidente Vladimir Putin e si sono scontrati pubblicamente per l’aumento del profilo di Novatek sul mercato europeo del gas, che in passato rappresentava i due terzi delle vendite totali di gas di Gazprom.
Alexei Miller, amministratore delegato di Gazprom, è un alleato di Putin da quando lavoravano insieme all’inizio degli anni ’90 nell’ufficio del sindaco di San Pietroburgo, l’ex capitale imperiale della Russia.
Miller si è trasferito a Mosca nel 2000, quando Putin è stato eletto per la prima volta presidente russo. Un anno dopo è stato nominato amministratore delegato di Gazprom.
Gennady Timchenko, anch’egli alleato di Putin, si è dimesso dal consiglio di amministrazione di Novatek nel marzo 2022 dopo essere stato preso di mira dalle sanzioni.
Timchenko ha dichiarato di essere stato proprietario di alcune società commerciali a San Pietroburgo e dintorni negli anni ’90, quando Putin lavorava nell’ufficio del sindaco della città. Era stato inserito tra i maggiori azionisti di Novatek, prima che la società smettesse di renderli noti diversi anni fa.
Timchenko ha a lungo contestato il monopolio di Gazprom sulle esportazioni di gas russo, affermando nel 2012 che gli europei volevano avere un’alternativa a Gazprom.
All’epoca, aveva anche criticato la politica di Gazprom in Europa, che, a suo dire, aveva contribuito al declino della quota di mercato.
Anna Lotti