RUSSIA. Nella conquista dello spazio, Mosca sta perdendo

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Da maggio scorso, l’America non dipende più dalla Russia per portare gli astronauti in orbita. Il 31 maggio, gli astronauti sono stati portati nella ISS dalla Crew Dragon, prodotto dalla società SpaceX di Elon Musk; che ha anche progettato il razzo riutilizzabile Falcon-9 che ha lanciato il Dragon in orbita. Se gli equipaggi occidentali possono essere mandati in orbita sui razzi di Musk, Washington non continuerà a pagare alla Russia 400 milioni di dollari all’anno.

SpaceX potrebbe costringere Roskosmos a uscire dal mercato del “trasporto spaziale”, sia per gli astronauti che per il carico: lanciare il Falcon-9 costa 10 milioni di dollari in meno del Proton russo. Nel frattempo, la Cina è diventata il leader mondiale, raddoppiando il numero dei lanci. I razzi e le navi russe hanno un design tecnico che risale agli anni Settanta. Le navi di Elon Musk, capaci di atterrare solo con i propri motori, sono una tecnologia nuova di zecca. Inoltre, la prima missione dell’aereo orbitale Dream Chaser è prevista per il prossimo anno; il Boeing X-37B, capace di passare due anni in orbita, sta già volando nello spazio, e anche la capsula Starliner con equipaggio è in preparazione per il volo, riporta Belsat Tv.

La Cina ha superato la Russia nel settore dei satelliti. La sua costellazione di satelliti è raddoppiata in cinque anni, mentre quella della Russia è aumentata solo di un terzo. La Russia ha attualmente 169 satelliti, la Cina ne ha 363, e gli Stati Uniti ne hanno 1.327, cioè la metà di tutti i satelliti mondiali. La Russia è in ritardo a causa della debolezza dell’industria elettronica. A differenza di Cina e Stati Uniti, la Russia non produce smartphone, navigatori satellitari o elettronica resistente alle radiazioni cosmiche necessaria per i satelliti.

Nel frattempo, i concorrenti dei russi si preparano a conquistare la Luna e Marte. Tra due anni gli americani invieranno il rover lunare Viper sul satellite terrestre in cerca d’acqua. Nel 2023, la Nasa prevede di costruire la stazione spaziale Gateway in orbita lunare, da dove gli astronauti atterreranno sulla luna un anno dopo. La costruzione di una base lunare abitabile è prevista per il 2028. Il rover Perseverance e il primo mini-elicottero sono decollati per Marte. La Nasa prevede di far atterrare gli astronauti su Marte nel 2030; Elon Musk ha già promesso di inviare astronauti su Marte nel 2024, sulla navicella spaziale Starship.

Pechino ha anche ambiziosi progetti per lo spazio. Nel 2018, un rover cinese è atterrato sul lato oscuro della luna e quest’anno la Cina invierà un rover sul Pianeta Rosso. Pechino intende creare una propria stazione orbitale in due anni e, tra dieci anni, una base automatizzata al polo sud della Luna, per poi inviarvi gli astronauti entro il 2036. Per i voli lunari, Pechino sta costruendo una navicella spaziale riutilizzabile di nuova generazione.

La mancanza di fondi, sanzioni occidentali e corruzione diffusa fanno sì che Roscosmosmos non può più acquistare parti essenziali all’estero. Fino alla fine degli anni Novanta del Novecento, l’industria spaziale si è basata sul potenziale accumulato negli anni sovietici. Ma col tempo, i professionisti formatisi durante l’era sovietica se ne sono andati, e non ne sono usciti nuovi.

La corsa di Pechino verso lo spazio sarebbe stata impossibile senza i produttori cinesi di elettronica. L’industria spaziale statunitense è stata sviluppata da aziende private assunte dalla Nasa. In Russia, ci sono poche speranze da parte del settore privato.

Lucia Giannini