RUSSIA. Mosca torna ai piani quinquennali

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La Russia è diventata un risparmiatore di livello mondiale. Per il tanto oro accumulato nella sua banca centrale nel 2018 la Russia ha superato la Cina arrivando al quinto posto tra i maggiori detentori mondiali di oro. Il Fondo Monetario Internazionale deve spesso fare i conti con i paesi in via di sviluppo per ingrossare le riserve di valuta estera. 

Come riporta The Canberra Times, la Russia ha riserve per 472 miliardi di dollari, più del debito pubblico ed estero combinato del paese pari a 453 miliardi di dollari e quasi tre volte quello che il Fmi raccomanda.

Mosca sta avviando una politica economica, sostenendo la privatizzazione, per rilanciare la Russia verso una crescita stabile. In quest’ottica gli oligarchi sono tra gli uomini d’affari a cui è stato ordinato pubblicamente di far parte, con entusiasmo e denaro, dietro il piano. Inserito negli obiettivi nazionali e strategici della Federazione Russa fino al 2024, pur non essendo definito un “piano quinquennale” modello sovietico, fissa obiettivi economici e dirige la spesa pubblica e durerà cinque anni.

Il governo, quindi, sta incoraggiando la spesa dei consumatori con aumenti salariali per i dipendenti pubblici e investimenti infrastrutturali come strade, porti e ospedali.

Se nel 2014 la Russia ha registrato solo una crescita minima, l’economia è cresciuta del 2,3% nel 2018, ha annunciato il 4 febbraio l’agenzia statistica statale. Allo stesso tempo, il governo russo e le aziende hanno accumulato grandi risparmi. Per legge, infatti, le tasse sull’esportazione di petrolio, che hanno tenuto a galla l’economia, devono essere iscritte a risparmio quando il prezzo è superiore a 40 dollari al barile, e quindi il denaro finisce nei fondi sovrani.

Anche le sanzioni statunitensi ed europee sono finite  per ingrossare i fondi russi: le sanzioni hanno impedito alle maggiori banche e compagnie petrolifere del paese di rinnovare i prestiti delle banche occidentali, così le aziende hanno pagato il debito alla scadenza: il deleveraging. Il risultato è stato un accumulo di risparmi e pochi investimenti.

Le modifiche alla politica fiscale, pensionistica e di bilancio finanzieranno i progetti di investimento. L’anno scorso la Russia ha ridotto la spesa pensionistica elevando l’età pensionabile di cinque anni e ha aumentato la sua imposta sul valore aggiunto di 2 punti percentuali a partire da quest’anno, arrivando al 20 per cento, liberando denaro per la spesa infrastrutturale.

Il Cremlino si aspetta che gli uomini d’affari russi rispondano alle sue politiche con “patriottismo”, opporvisi è stato disastroso, finanziariamente e personalmente, per alcuni.

Anna Lotti