RUSSIA. Mosca ha iniziato il ritiro delle truppe dal confine ucraino

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Venerdì 23 aprile è la data che segna ufficialmente il ritiro delle truppe russe che avevano eseguito esercitazioni vicino ai confini dell’Ucraina. L’annuncio arriva dal ministero della Difesa russo– come segnalato da The Defense Post – a seguito di concitate settimane di tensione tra Mosca e l’Occidente. In un comunicato diffuso dalle agenzie di stampa russe, il Ministero ha annunciato: «Le unità e le formazioni militari stanno attualmente marciando verso le stazioni di carico ferroviarie e gli aeroporti, e caricando su navi da sbarco piattaforme ferroviarie e aerei da trasporto militare».

A dare conferma della fine delle esercitazioni, e che decine di migliaia di soldati schierati nella Russia meridionale e occidentale per esercitazioni militari avevano fatto ritorno alle loro basi, è stato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, che ha dichiarato: «Le truppe hanno dimostrato la loro capacità di garantire una difesa affidabile del Paese, così ho deciso di completare le attività di ispezione nei distretti militari meridionali e occidentali al confine ucraino». Shoigu ha poi aggiunto che le armi pesanti dispiegate nella Russia occidentale come parte delle esercitazioni sarebbero state conservate lì per un’altra massiccia esercitazione militare entro la fine dell’anno.

L’accumulo, che è avvenuto in mezzo a un aumento dei combattimenti tra le forze di Kiev e i separatisti orientali filo-russi dall’inizio dell’anno, ha sollevato profonde preoccupazioni in Ucraina e ha attirato avvertimenti dai suoi alleati occidentali.

La notizia è stata immediatamente accolta con favore dalla Nato e dal Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha affermato: «La riduzione delle truppe al nostro confine riduce proporzionalmente la tensione, ma la Nato continuerà a rimanere vigile e a monitorare da vicino la formazione militare ingiustificata della Russia in Ucraina e dintorni».

Dopo l’annuncio della fine delle esercitazioni, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che Zelenskyj sarebbe stato il benvenuto a Mosca in qualsiasi momento per discutere delle relazioni bilaterali, ma che avrebbe dovuto discutere l’impennata dei combattimenti con i leader separatisti nelle repubbliche separatiste ucraine.

La Russia ha fatto sapere di aver inviato decine di migliaia di truppe nel sud e nell’ovest del paese e in Crimea, che Mosca ha annesso dall’Ucraina nel 2014, per una serie di esercitazioni militari e di aver intensificato le esercitazioni militari nel Mar Nero con più di 20 navi da guerra che hanno partecipato a esercitazioni congiunte con jet da combattimento dell’aeronautica militare. Per le esercitazioni militari sono stati schierati circa 100.000 soldati russi.

L’Ucraina combatte i separatisti filorussi nelle regioni orientali di Donetsk e Lugansk dal 2014, in seguito all’annessione della penisola di Crimea da parte di Mosca, con il conflitto che ha provocato 13.000 vittime. I combattimenti si sono placati quando un nuovo accordo di cessate il fuoco ha preso piede lo scorso luglio ma gli scontri, che hanno coinvolto principalmente artiglieria, mortai e colpi di cecchino, sono ripresi all’inizio di quest’anno, con entrambe le parti che si sono incolpate a vicenda. Dall’inizio dell’anno sono stati 31 i soldati ucraini uccisi.

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha incoraggiato l’Occidente a rafforzare le sanzioni contro la Russia, esprimendo la preoccupazione per il continuo accumulo di truppe. Nel frattempo Mosca ha respinto le preoccupazioni, mettendo in guardia Kiev dal tentativo di riprendere la regione orientale controllata dai ribelli. Una simile operazione potrebbe spingere la Russia a mettere in atto un intervento militare per proteggere i civili.

Coraline Gangai