
Secondo diversi media etiopi durante la prima settimana di ottobre sarebbe trapelato un documento classificato nel quale l’Etiopia avrebbe firmato un contratto per sei caccia Sukhoi Su-35 russi.
Il gruppo hacker ucraino noto come Black Mirror, il 3 ottobre scorso, ha pubblicato online più di 300 file di proprietà della Concern Radio-Electronic Technologies (KRET), società appartenente al gruppo di proprietà dello Stato russo Rostec. Secondo il materiale trapelato, i nomi dei clienti sarebbero codificati secondo una chiave riconducibile ai codici del sistema di classificazione nazionale russo: “231” si riferisce all’Etiopia, mentre “364” e “012” corrispondono rispettivamente a Iran e Algeria.
I Su-35 in questione, stando ai documenti, avrebbero subito alcune modifiche rispetto al progetto tradizionale della macchina: compare infatti segnato un nuovo componente specifico per le contromisure EW (Electronic Warfare). Diversi media che hanno coperto la notizia riportano anche che alcuni, numero non meglio specificato, degli aerei destinati ad Addis Abeba sarebbero già stati consegnati, compatibilmente anche alle tempistiche riportate dai file trafugati, i quali riportano il 2022 come data di firma del contratto tra Etiopia e Rostec.
È evidente che il governo di Abiy Ahmed Ali si stia impegnando nel potenziare la sua aeronautica militare, soprattutto successivamente all’aumento degli investimenti indirizzati ai siti di costruzione di droni e dopo i diversi vertici internazionali organizzati dal Generale Yilma Merdassa, Comandante dell’Aeronautica Militare etiope. La supremazia dell’Ethiopian National Defence Force (ENDF) nel dominio aereo rimane ovviamente un fattore di vitale importanza per il governo di Abiy Ahmed Ali, soprattutto alla luce delle gravi sconfitte che sta subendo negli scontri terrestri nella rivoluzione amhara.
Nelle settimane scorse gli ufficiali dell’ENDF si erano già riuniti per discutere dell’utilizzo di droni per i bombardamenti contro posizioni nemiche, con gli ultimi aggiornamenti dal campo di battaglia, potrebbero ripetersi altri consigli d’emergenza anche per valutare l’impiego di aerei, come anticipato da alcuni ufficiali dell’esercito etiope in precedenza.
Seguendo gli scontri nella regione Amhara, Amhara Fano National Front (AFNF) il 7 ottobre ha avviato una massiccia offensiva contro la città di Gashena, continuando ad avanzare e progredendo nella Campagna Aba Nadew. La conquista della città da parte delle unità del Comando AFNF Menelik ha incontrato una forte opposizione da parte degli uomini dell’803° Copro d’Armata dell’ENDF. Gashena rappresenta uno snodo strategico nella provincia di North Wollo, collegando diverse città importanti come Gondar, Bahir-Dar, Woldia e Lalibela (località già interessate da scontri tra AFNF e ENDF). La conquista di questa città rappresenta quindi un chiaro tassello nella costruzione di una rete logistica funzionale all’espansione territoriale degli Amhara.
Le forze Fano avevano precedentemente conquistato la città di Kon, il 6 ottobre, senza incontrare una forte resistenza. La brigata Mebreq, dipendente dal Comando AFNF Tewodros, ha assicurato il proprio controllo sulla cittadina dopo che le truppe ENDF e i funzionari dell’autorità locale si erano ritirati presso la città di Gashena.
Gabriele Leone
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