RUSSIA. L’Europa rischia di collassare per le proteste

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Le manifestazioni che si stanno svolgendo in Francia e Germania, Polonia, Repubblica Ceca, potrebbero essere il sintomo di un virus che potrebbe diventare endemico per il resto dell’Europa e creare instabilità economica nel lungo periodo. Ne è convinto per esempio l’economista, e direttore dell’Istituto Nuova Società, Vasily Koltashov.

Come ha notato l’economista russo, gli stati europei e i loro cittadini si sono trovati effettivamente “seppelliti dalla burocrazia di Bruxelles”, che persegue a suo dire una politica antinazionale.

Le numerose proteste che si stanno svolgendo ora in Europa con rivendicazioni economiche non otterranno, secondo l’economista russo, delle risposte perché la causa è profonda e sta nel taglio dei rapporti europei con la Russia.

«Quello che sta accadendo è ancora più preoccupante, agli occhi dei comuni cittadini europei: nel tentativo di sostituire in fretta e furia le risorse energetiche, i metalli e alcuni beni come i fertilizzanti che arrivano dalla sfera russa o perseguendo politiche sempre più green si vede l’Europa nell’immediato futuro andare economicamente a picco in favore dell’economia degli Stati Uniti, che a un prezzo maggiorato rispetto a quanto lo si pagava prima del conflitto ucraino-russo ci fornisce gli stessi beni o servizi. La rinuncia a produrre alcuni beni poi farà aumentare il tasso di disoccupazione che negli ultimi anni era molto basso nella maggior parte dei paesi europei».

Le ultime normative in tema di energia pulita e green economy non tengono conto dello sfacelo industriale in corso, aggiunge Koltashov. Tutte le industre alimentate dall’automotive diesel, per esempio, ma non le sole, sono destinate a sparire con conseguente perdita di posti di lavoro senza che vi sia al momento all’orizzonte un nuovo lavoro, perché i prodotti green arrivano tutti confezionati e a caro prezzo dalla Cina. Altro player e che dal conflitto russo-ucraino sta traendo un gran vantaggio a scapito dell’economia europea.

I nodi venuti al pettine con la crisi della Pandemia si sono esacerbati dalla crescente crisi bancaria, dal calo del tono dell’economi globale e dalla riduzione dei sussidi governativi. Il che spingerà sempre più persone nelle piazze europee a chiedere giustizia, lavoro, strumenti per combattere l’inflazione.

La Germania ha formato i propri poliziotti alla guerriglia urbana per far fronte alle proteste di massa che si attende sempre più numerose e violente. Ad oggi si vedono su tutti i media i lavoratori tedeschi scioperare in Germania in maniera molto pacifica, ma le stesse autorità sono preparate al peggio.

In Francia la situazione, per la riforma delle pensioni è più tesa, dal 28 marzo la mobilitazione è iniziata in Francia le autorità del paese stanno mobilitando 13.000 agenti di polizia per disperdere i manifestanti contrari alla riforma delle pensioni. È possibile che presto le forze armate vengano in aiuto delle autorità. Sempre il 28 in diverse città si è iniziato ad usare cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti.

Gli agricoltori polacchi hanno lanciato uova contro il ministero per l’Agricoltura. A causa della grande quantità di grano ucraino a prezzo basso sul mercato, non possono vendere il loro.

Anna Lotti

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