RUSSIA. Il progetto multiculturale di Mosca per il XXII secolo

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Vladimir Putin, Sergei Lavrov e Sergei Shoighu a partire dal luglio 2021 hanno cambiato drasticamente la loro comunicazione e a guardarla con gli occhi di oggi già si vedeva in nuce che la Russia guarda oltre, guarda al XXII secolo. Lo si evince dal documento per la Sicurezza del 3 luglio. Da dove poi sono scaturite una serie di iniziative quali l’implemento delle relazioni con Cina e Iran.

Mosca guarda altrove dunque: Europa e Stati Uniti, che come spiega Edgar Morin in un libro del 1989: La natura dell’URSS. Il complesso totalitario dell’ultimo impero, sono stati indispensabili per portare avanti le mire espansionistiche e imperialistiche della Russia, ed ora non sono più così indispensabili. Stati Uniti e Europa – anche quando non lo era – hanno esportato in Russia tecnologia, materie prime e materiale industriale. L’URSS non aveva fabbriche e per mantenere il suo totale controllo mirava a non averne. Dopo il 1989 la Russia federata cambia strategia, ma non ideologia che resta quella dell’espansione imperiale.

Il mito delle armi e dell’industria bellica che facevano della Russia degli anni ’70 la più armata del globo ora è diventato un settore trainante dell’economia. Mentre in Occidente passa il messaggio dei media che la Russia non è così forte perché gli ucraini sono veri combattenti, Mosca ha piazzato commissioni milionarie presso alleati e amici ed ora rinunciando ai trattati a cui aveva aderito, START e il Trattato europeo, non ha limiti all’export di armi per esportare e vendere al migliore offerente.

Dall’altra parte l’incapacità europea di essere indipendente dall’energia russa la rende vulnerabile e ricattata economicamente, perché dipendendo da fonti altre non riesce a essere competitiva sul mercato, mentre l’indotto e la rete energetica internazionale creato dalla Russia la rende forte e le sanzioni non sono che un palliativo visto che Mosca lavora con i mediatori per le importazioni parallele dall’epoca dei Stalin. L’ultimo esempio è stato quello delle lenti ottiche di Johnson&Johnson che dopo le sanzioni sono cresciute in Russia del 400% a quel punto è intervenuto il ministero dei competenza che ha avviato l’acquisto sul mercato parallelo. Le lenti sono scese di prezzo e l’aumento si è stabilizzato a un +45%.

Dal punto di vista della politica estera Mosca ha riempito i vuoti lasciati da Stati Uniti, Francia e Inghilterra, anche il Regno Unito sta cercando di riprendersi la sua influenza con il Commonwealth, con Pechino soprattutto in Africa e in Asia.

In tema di politica monetaria, ora l’obiettivo è quello di dare vita ad una moneta alternativa al dollaro insieme ai paesi BRICS e CSI, ammessa anche la moneta virtuale che sarà regolamentata in modo diverso da quella moneta virtuale occidentale e sarà usata per gli scambi soprattutto con quei paesi che vogliono lavorare con la Russia ma non possono e quei paesi dove la moneta è già d’uso comune come Asia centrale e Asia dell’Est.

Rimane dunque per mantenere il progetto imperialista russo: distruggere quel che resta delle infrastrutture militari NATO, europee e occidentali, come quelle dei paesi nordici o delle repubbliche Baltiche. La guerra in Ucraina dunque se da un lato è stata la risposta alle mire espansionistiche ad Ovest e per gli Stati Uniti è un’ottima occasione per sbarazzarsi di un concorrente economico, l’Europa, per la Russia di Putin è l’unico modo per indebolire la NATO e l’Europa da un punto di vista militare.

Per questo, ritornando alla comunicazione, non sorprende la narrativa di Putin e Lavrov nei confronti della NATO. Il presidente della Federazione Russa, il 30 maggio, all’indomani dell’attacco con droni ha dichiarato: «Era inevitabile che dopo il crollo dell’URSS si sarebbe creata una competizione tra la Federazione Russa e l’Ucraina, ma si presumeva che si sarebbe proceduto in una forma civile. Le persone che controllavano l’Ucraina dopo il crollo dell’URSS decisero di creare una anti-Russia sotto l’influenza dell’Occidente».

Tra i must del presidente il fatto che la NATO non abbia mantenuto le promesse ha infatti detto: «La Russia è stata ingannata dalle promesse di non espansione della NATO ad est. In risposta alla guerra iniziata dal regime di Kiev nel Donbass, la Russia è stata costretta ad agire, non abbiamo iniziato noi questa guerra. Il sistema di difesa aerea di Mosca ha affrontato con successo l’attacco UAV, anche se ci sono aspetti su cui lavorare. I tentativi dell’Ucraina di intimidire i cittadini russi testimoniano l’attività terroristica – gli attacchi dei droni lo confermano. I cittadini ucraini soffrono di vero terrore, quindi non hanno l’opportunità di parlare liberamente».

E ancora contro la NATO ha detto: «Fin dall’inizio, le autorità ucraine hanno dichiarato la loro neutralità, ma gradualmente sono entrate a far parte di una struttura ostile: la NATO, che è contraria agli interessi della Russia. La Russia ha colpito il quartier generale dell’intelligence militare ucraina in un recente attacco missilistico. Le forze armate della Federazione Russa stanno colpendo il territorio dell’Ucraina, tuttavia utilizzano armi ad alta precisione, che sono dirette esclusivamente contro strutture militari. Il territorio ancora chiamato Ucraina era controllato da persone guidate dall’Occidente. Nel 2014, i paesi occidentali hanno effettuato un colpo di stato in Ucraina e hanno iniziato a distruggere tutti coloro che cercavano di costruire relazioni normali con la Russia».

Militarmente la Russia compie quelli che in gergo chiamano errori tattici, ma Mosca ha anche dimostrato di saper imparare dai propri errori e in fretta. La domanda è se l’Occidente ha una alternativa politica-economica-militare alla narrativa della vittoria che ci viene proposta che però non trova riscontro, al momento né sulla linea di contatto che ricordiamo è di oltre 1.000 km, né sui mercati dove la Russia al momento con grande sofferenza dei suoi cittadini sta dimostrando una ottima resilienza e la capacità di stringere accordi e creare nuove alleanze.

La narrativa occidentale è fondamentalmente viziata da un errore di prospettiva: la sottovalutazione del nemico / avversario, la sua demonizzazione quella che portava una volta a dire che i tedeschi / russi / etc mangiavano i bambini.

Lo si può vedere ad esempio dal recente video della CIA in cui si invitavano russi a defezionare a favore dell’Occidente, cioè della NATO e degli USA.

Per chi ha letto e apprezzato il romanzo di Martin Cruz Smith e il film di Michael Apted: Gorky Park, si è trattato di un salto all’indietro nel tempo: a un certo punto ci si aspetta di veder scomparire sullo schermo il giovane William Hurt. È questo è un video ufficiale dell’Agenzia si sicurezza più favoleggiata al mondo, al pari dell’MI6 di James Bond. Ma è sbagliato l’approccio comunicativo perché è distorta la visione dell’avversario da pregiudizi e preconcetti oltre che da hybris politica. Si tratta di errori che poi politicamente di pagano. Nel caso di specie, i russi sono quelli di Kaspersky Lab, eliminata dal mercato occidentale per le accuse di raccolta dati illegale e così via ad esempio. Delle due l’una: sera talmente avanzata e quindi percepita come pericolosa in quest’epoca di nuova Guerra Fredda oppure siamo tutti vittime di una grande menzogna, se la percezione che ha la CIA è quella descritta nel video.

I tanti sottovalutati discorsi di Putin (come quelli di Xi Jinping) così infarciti di retorica e trionfalismo secondo i canoni occidentali, hanno una valenza politica basilare per comprendere poi come Mosca si stia muovendo sul piano geopolitico e geoeconomico, di come stia creando alleanze strategiche per eliminare gli Accordi di Bretton Woods e quindi liberarsi dei macigni delle sanzioni, come abbiamo detto in precedenza.

Stiamo tornando in un periodo storico particolare, nel quale il ruolo dell’Occidente è ridimensionato per un ritorno all’Oriente, il baricentro di ricchezza e civiltà millenario. Per cercare di comprendere meglio il ragionamento dell’Elìte russa e non solo, basta leggersi alcuni testi di un interessante giovane storico britannico, Peter Frankopan: The Silk Roads: A New History of the World; The New Silk Roads: The Present and Future of the World. Frankopan parte dall’assunto che nella storia dell’umanità, l’Oriente, ricco e misterioso è stato il fulcro delle civiltà, la Via della Seta, la carovaniera antichissima, costituisce il sistema linfatico per scambi culturali e commerci (noi italiani abbiamo Il Milione di Marco Polo a testimoniarlo) tra popoli diversi.

Mutatis Mutandis stiamo assistendo a una simile progressione geopolitica e geoconomica da cui l’Occidente è escluso a priori. Molte vicende contemporanee lo testimoniano: vendita di gas e petrolio russo (e quindi orientale), l’oro, i prodotti derivati, la guerra commerciale tra Washington Pechino, vinta da quest’ultima e così via.

Il Globo sta evolvendo davanti a noi e l’Oriente torna prepotente nella Storia, quella con la “S“ maiuscola.

Graziella Giangiulio e Antonio Albanese

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