RUSSIA. Fusioni bancarie bloccate da rischio sanzioni per l’Ucraina

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Mentre l’attenzione generale è focalizzata sullo scontro ucraino tra Russia e Stati Uniti, comprese le minacce di sanzioni contro le banche russe, si sta preparando una delle più grandi transazioni nel mercato bancario russo.

Si tratta della vendita di Otkritie Bank, la settima banca più grande della Russia.

Stando a BneIntellinews, la banca ha rischiato di fallire nel 2017 ed è stata rilevata dalla Banca Centrale della Russia, ora che è la banca in più rapida crescita del settore, ci si sta preparando a venderla. L’interesse per questo evento al di fuori della Russia è guidato sia dalle dimensioni dell’affare che dall’attenzione mostrata da diversi attori, primo fra tutti l’italiano Unicredit Group.

UniCredit starebbe perseguendo una politica di esplorazione di M&A (fusione e acquisizione) per migliorare la redditività, e Otkritie sembra essere un serio concorrente. Secondo Bloomberg, UniCredit ha già assunto un consulente per rivedere il bilancio.

Questo tipo di investimento straniero era comune a metà degli anni Duemila, quando gli alti prezzi del petrolio, le nuove opportunità di business dopo il crollo dell’Unione Sovietica e un’economia in rapida crescita hanno attirato denaro e banche straniere sul mercato russo in una maniera senza precedenti. Ora, «il settore bancario russo nei prossimi anni continuerà ad essere dominato dalle banche statali, mentre il panorama competitivo rimarrà piuttosto impegnativo», riporta BneIntellinews.

Un ambiente operativo sempre più avverso è un fattore significativo dietro l’uscita di grandi multinazionali dalla Russia: «I rischi geopolitici e le sanzioni hanno scoraggiato le banche straniere. Ma ci sono anche alcune ragioni economiche. È difficile per le banche straniere competere con le banche statali come Vtb e Sberbank. La concorrenza è ancora un rischio serio, ed è per questo che le aziende russe preferiscono trattare con le banche statali russe piuttosto che con quelle straniere. Questo è anche il motivo per cui le banche straniere stanno diminuendo le loro operazioni in Russia» prosegue la testata.

Deutsche Bank e Morgan Stanley sono tra le grandi banche che hanno ridimensionato la loro presenza locale; meno dell’1% delle imprese russe hanno ora azionisti stranieri. UniCredit fa eccezione. Il suo coinvolgimento nel mercato russo risale al 1989, quando si è costituita sotto il nome di Moscow International Bank, diventando la prima banca dell’Urss con capitale prevalentemente straniero: la divisione russa della banca ha generato 384 milioni di euro di entrate nei primi nove mesi del 2021.

I potenziali acquirenti non sarebbero del tutto convinti, anche alla luce del rischio di sanzioni. UniCredit è scesa sul mercato di Milano per due giorni consecutivi dopo la pubblicazione dell’articolo di Bloomberg che riportava l’interesse della banca ad acquisire Otkritie: i rischi sono notevoli.

L’attuale ambiente geopolitico non favorisce di certo simili operazioni; la minaccia di sanzioni Usa al sistema bancario russo è dietro l’angolo; le opportunità per le banche straniere di trovare profitti in Russia sarebbero drasticamente ridimensionate da eventuali sanzioni. Otkritie Bank infatti è presente nella lista delle entità sanzionabili, presentata dai senatori statunitensi.

Antonio Albanese