RUSSIA. Feruz rimane in Russia

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Un tribunale rurale russo ha interrotto l’estrazione del giornalista Ali Feruz (nella foto) in Uzbekistan, dove i gruppi di diritti umani temono che possa subire torture, detenzione o morte da parte delle autorità.

Secondo quanto riporta Rferl, il tribunale della città di Mosca ha stabilito l’8 agosto che Feruz, giornalista dell’indipendente Novaya Gazeta, non possa essere estradato fino a quando la Corte europea dei diritti dell’uomo, Echr, non esamini il suo appello contro la sentenza. Feruz, il cui vero nome è Hudoberdi Nurmatov, è stato condannato all’estradizione da un tribunale di primo grado di Mosca il 1 agosto per presunte violazioni della legge sull’immigrazione. La Corte poi ha emanato un ordine il 4 agosto per il trasferimento in Uzbekistan. Feruz dice che ha il diritto di rimanere in Russia in attesa di una decisione sulla sua domanda di asilo.

Nativo russo la cui madre e due fratelli sono cittadini russi, Feruz ha lasciato la Russia all’età di 17 anni e ha preso la cittadinanza uzbeka. È poi fuggito dal paese centroasiatico nel 2008 dopo essere stato torturato per due giorni dalle forze di sicurezza dell’Uzbekistan. Sotto la sentenza moscovita, Feruz deve rimanere in un centro di residenza per stranieri in attesa della risoluzione del suo caso. Numerose organizzazioni russe e internazionali hanno sostenuto la capagna a sostegno di Feruz, tra cui il Consiglio d’Europa, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, Amnesty International, Giornalisti senza frontiere, l’Unione russa dei giornalisti, il Consiglio consultivo presidenziale russo sui diritti umani, e molti altri. Una petizione a sostegno di Feruz sul sito Change.org ha raccolto quasi 60.000 firme.

La sua espulsione esporrebbe la Russia a critiche pesanti e metterebbe alla prova il comportamento dell’Uzbekistan sotto la presidenza di Shavkat Mirziyoev, che ha intrapreso una serie di passi per aprire il paese da quando è arrivato al potere dopo la morte del presidente Islam Karimov, a settembre 2016.

Anna Lotti