Un picco di casi di polmonite a Mosca sta alimentando i timori sull’accuratezza dei dati ufficiali del coronavirus in Russia, che con 144 milioni di persone, ha riportato solo 253 casi, molto meno rispetto a molti altri paesi europei con popolazioni minori. Le cifre hanno portato alcuni medici a chiedersi fino a che punto i dati ufficiali riflettano la realtà, dato che quello che dicono è la natura disomogenea della Russia e la qualità dei test.
Il governo dice che le sue statistiche sono accurate, tuttavia, il presidente Vladimir Putin ha lamentato che la Russia è presa di mira da notizie false per seminare il panico, riporta The Independent.
Il numero di casi di polmonite, che può essere causata dal coronavirus, è aumentato del 37% a Mosca nel solo mese di gennaio rispetto allo stesso mese del 2019, secondo Rosstat, l’agenzia di statistica russa.
I dati mostrano che la capitale russa, che ha 98 casi confermati di coronavirus, ha registrato 6.921 casi di polmonite a gennaio, in aumento rispetto ai 5.058 dell’anno precedente. Anche i casi di polmonite a livello nazionale hanno registrato un aumento di oltre il 3% rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, il 13 marzo il dipartimento della salute di Mosca ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che i casi di polmonite in gennaio e febbraio sono stati effettivamente inferiori dell’8 per cento e del 7 per cento rispetto all’anno scorso.
Alla visibile discrepanza, Rosstat ha risposto che non sapeva dove il dipartimento della salute di Mosca si procurasse i numeri o come avrebbe potuto produrre un tale risultato.
Molti russi che ricordano l’insabbiamento dell’incidente nucleare di Chernobyl del 1986 e sono meno sicuri; la settimana scorsa, le autorità di Mosca hanno riportato la prima morte russa legata al coronavirus, poi correggendola e non includendola nel bollettino giornaliero del coronavirus.
Queste notizie dalla Russia sono arrivate nel bel mezzo di un’analisi dell’Unione Europea secondo cui i media statali e le agenzie di stampa russe stavano conducendo una campagna di disinformazione volta a minare la fiducia del pubblico nella capacità dei sistemi sanitari europei di far fronte al coronavirus.
Anna Lotti