RUSSIA. Aperti gli uffici del fondo sovrano russo in Arabia Saudita

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Il fondo sovrano russo ha annunciato l’8 ottobre l’apertura del suo primo ufficio all’estero in Arabia Saudita in vista della prevista visita del presidente Vladimir Putin a Riyadh. Il Fondo russo per gli investimenti diretti ha dichiarato di sperare di incrementare la cooperazione bilaterale in campo economico e in altri settori, creando un punto di interesse in Arabia Saudita.

Putin dovrebbe recarsi nel regno per una visita la prossima settimana, riporta Afp, per cercare di strappare investimenti multimiliardari che l’Arabia Saudita ha promesso alla Russia ma non è riuscita a realizzare. Putin spera anche di persuadere il Regno ad aumentare il commercio bilaterale.

Se non riesce a fornire i risultati concreti che Putin vuole, la Russia potrebbe ritirarsi dal cartello Opec+ che negli ultimi due anni ha mantenuto alti i prezzi globali del petrolio. Mosca potrebbe anche avvicinarsi di più all’Iran. 

«Rdif è la prima istituzione russa per gli investimenti ad aprire un ufficio in Arabia Saudita», ha dichiarato Kirill Dmitriev, ceo di Rdif.

Dmitriev ha detto che l’apertura dell’ufficio saudita «permetterà una svolta in una vasta gamma di settori per la cooperazione bilaterale». Rdif e il fondo sovrano del regno hanno istituito un fondo comune per investire in vari progetti.

Le due parti hanno finanziato e approvato più di 25 progetti comuni con un investimento totale di oltre 2,5 miliardi di dollari in vari settori tra cui l’intelligenza artificiale, la medicina e le infrastrutture.

Rdif e il gigante petrolifero saudita Aramco stanno anche considerando progetti nel settore dei servizi petroliferi per un valore di oltre 1 miliardo di dollari, ha detto il fondo russo.

I legami tra Mosca e Riyadh si sono avvicinati negli ultimi anni, con i giganti del petrolio a capo di un accordo per arginare il crollo dei prezzi del petrolio che ha colpito le loro economie.

La visita di Putin in Arabia Saudita potrebbe portare alla firma di circa 30 accordi, anche nel settore energetico, ha detto il ministro dell’energia Alexander Novak.

Anna Lotti