ROMANIA. Bucarest in piazza contro il governo

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Ancora nuove grandi proteste nella capitale rumena il 1 febbraio dopo che il governo ha approvato un decreto che mina gli sforzi anti-corruzione del paese.

La misura depenalizza gli abusi di ufficio se il danno finanziario in questione è inferiore 48mila dollari. Si tratta del doppio del reddito annuo medio dei cittadini romeni, secondo il Cia World Factbook, ripreso da Ap.

Il ministro della Giustizia rumeno Florin Iordache detto che i cambiamenti – che hanno effetto immediato – sono stati necessari per portare la legge in linea con le decisioni della Corte Costituzionale del paese. Ma secondo i manifestanti il decreto potrebbe indebolire gli sforzi anticorruzione in una delle nazioni più povere d’Europa.

Circa 15mila persone hanno chiesto le dimissioni del governo, e hanno circondato gli edifici pubblici nella capitale. Si trattava della seconda ondata di proteste in tutto il paese. Proseguita poi nei giorni successivi con i primi scontri di piazza.

Tra i beneficiati e gli accusati dalla folla, decine politici rumeni di alto profilo, tra cui il leader del partito di governo, Liviu Dragnea. Dragnea è sotto processo con l’accusa di abuso d’ufficio ed è già stato condannato per frode elettorale.

Iordache ha anche annunciato un nuovo decreto che condona i reati del passato; centinaia di politici condannati per corruzione negli ultimi anni probabilmente saranno rimessi in libertà. Il decreto è stato voluto dal primo ministro Sorin Grindeanu leader del partito Democrazia sociale, successore del vecchio partito comunista di Romania.

I decreti stati condannati dal presidente della Romania Klaus Iohannis, e della Direzione nazionale anticorruzione della Romania. Tra il 2014 e il 2016, la Direzione rumena ha perseguito 1171 persone e 34 organizzazioni e aziende per abuso d’ufficio, con perdite a causa della corruzione di più di un miliardo di dollari; oggi la Direzione sta lavorando su altri 2151 casi.

Secondo Transparency International, la Romania è al 48° posto nella classifica della corruzione 2016.

Anna Lotti