Inquietanti pistolettate

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ITALIA – Roma 28/4/13. È inquietante quello che oggi è accaduto a pochi passi da Palazzo Chigi. Sì perché un uomo con una pistola girava liberamente per il centro di Roma ed è riuscito ad arrivare nel cuore del potere senza che nessuno se ne accorgesse, ancora più inquietante è stato vedere le forze di polizia colte di sorpresa dall’accaduto. Alcune considerazioni a caldo, mentre gli inquirenti indagano, emergono analizzando le dichiarazioni dei giornalisti e dei passanti che al momento erano in piazza. 

L’uomo era ben vestito, girava con una pistola e quando ha deciso di agire ha scaricato tutto il caricatore 8 colpi. Doveva dunque essere molto arrabbiato ma anche uno non avezzo all’uso delle pistole, poco autocontrollo, non ha ucciso nessuno. Alla fine non ha nemmeno mirato. I proiettili sono stati sparati tutti nella stessa zona verso terra. E probabile che dopo il primo contraccolpo per istinto abbia alzato l’arma. Voleva essere notato, visto, considerato.

Se il suo desiderio principale era quello dl suicidarsi avrebbe preso la sua arma di piccolo calibro e se la sarebbe puntata alla testa o in gola in albergo. Invece no ha sparato e  per fortuna non sapeva sparare altrimenti sarebbe stata una strage, poteva uccidere 8 carabinieri da quella breve distanza. Invece ha ferito un appuntato e un brigadiere del Tuscania. Uccidere chi, nella sua testa, gli ha fatto del male. Poi magari come succede in molti casi uccidersi. L’uomo Luigi Preiti, 47enne calabro disoccupato con una ex famiglia residente ad Alessandria, a detta di tutti era sano di mente, e nessuno: né la ex moglie, ne il fratello si spiegano l’accaduto. Eppure proprio lui ritornato in Calabria da circa un anno oggi ha preso un’arma è ha scaricato 8 colpi contro i carabinieri nel centro del potere di Roma.

Tra gli interrogativi ricorrenti: da dove viene l’arma? Luigi ha il porto d’armi? se è sì dove lo ha preso? Se è no chi gli ha venduto l’arma? Perché ha scelto di sparare contro le forze dell’ordine? Ovvero cosa rappresentano i carabinieri nella sua vita? Al momento dell’arresto ha chiesto agli agenti: “sparatemi”, parola che viene detta in altre parti del mondo di fronte al boia. 

Lui, Luigi Preiti, nella sua giornata tipo da turista: si alzato, ha fatto colazione eppoi come ogni vacanziere se ne è andato a zonzo per la città. L’arma l’aveva già con se? E perché proprio assalire a palazzo Chigi? 

Il neo Ministri per gli interni, Angelino Alfano, è stato in ospedale a trovarlo e ha riferito ai giornalisti che l’uomo dopo la sparatoria voleva uccidersi ma non aveva più colpi incanna. Un disperato dunque, arrabbiato con l’ordine preposto, pronto a farsi giustizia da solo, magari convinto che tra quei carabinieri ci fosse il suo nemico. Pronto a morire dopo essersi fatto giustizia da solo.  Un gesto in ogni caso che deve far riflettere tutti, perché l’impotenza genera mostri. 

Graziella Giangiulio

 

Uno dei nostri analisti era nei pressi di Montecitorio, al momento degli spari. 

Al momento dell’accaduto in centro, nelle zone limitrofe del Senato e del Pantheon, ci si è resi conto di ben poco. I più attenti hanno pensato al cannone del Gianicolo che alle 12 indica l’ora, preciso, ogni giorno. In realtà, nei momenti che hanno seguito i colpi d’arma da fuoco, non c’è stata, eccetto su Piazza Colonna, una grande concitazione. Su Piazza della Rotonda, a due passi da dove è stato fatto fuoco, le famiglie e i turisti continuavano a passeggiare o a prendere il caffè nei bar davanti al Pantheon come in ogni normale fine mattinata della domenica con il bel tempo.Sul posto in Piazza Colonna sono iniziate a convergere ulteriori forze dei carabinieri (probabilmente dalla vicina Stazione di Piazza San Lorenzo in Lucina e dalle altre forze in difesa del Parlamento), delle altre forze dell’ordine e le ambulanze per prestare i primi soccorsi. Le forze dell’ordine disponevano allora il cordone di sicurezza per permettere il normale svolgimento delle operazioni di soccorso dei due carabinieri feriti e della civile rimasta coinvolta nell’evento. Una volta evacuati i feriti e l’attentatore, venivano effettuati i rilievi del caso, mentre una sparuta folla, composta essenzialmente dai media, si assembrava ai limiti del cordone.

Eric Molle