La Grande nichilista Bellezza

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ITALIA – Roma 14/02/2014. Ormai a poche settimane dalla “Notte degli Oscar”, è importante poter commentare la presenza italiana ad un premio così ambito e rappresentativo.

“La grande bellezza”, di Paolo Sorrentino, che ne firma oltre alla regia anche il soggetto e la sceneggiatura (con Umberto Cottarello), rappresenta attraverso la “settima arte” tutte le contraddizioni di un’Italia post moderna o “Liquida”, come la definirebbe Bauman.

Cinematograficamente “perfetto”, con un’interpretazione magistrale di Toni Servillo, il film è un prodotto assolutamente coerente con il nuovo stereotipo italiano nell’immaginario internazionale, la fotografia di un lento declino nichilista. È per questo che, probabilmente, sarà premiato: è l’Italia circense in cui vincono i clown, la cui vita scorre incessantemente intorno a feste, incontri, personaggi-caricature di se stessi, eccessi di ogni genere.

Lontani anni luce dalla “Dolce Vita” di Fellini, di cui non è rimasto più nulla, nello stile e nel glamour.

È l’immagine che fa comodo a molti, a tutti quelli che speculano sull’Italia, depredando le nostre fonti culturali ed imprenditoriali.

Il bel Paese, che evidentemente non è più in grado di autogestirsi, troppo impegnato nelle proprie originalissime e degradanti feste cafonal, è in vendita o è in corso di delocalizzazione.

Peccato che la vera grande bellezza di Roma sia soltanto uno sfondo in questo film, appena accennato in qualche squarcio fotografico, quasi come fosse un “cameo”. E che più di tremilionieseicentomila cittadini romani, lavoratori, ricercatori, studenti, madri, persone oneste, sincere e impegnate non siano minimamente rappresentate.

Vogliamo veramente gioire per questo premio? Siamo così orgogliosi di questa candidatura? 

Un’opera d’arte certamente interessante, talvolta onirica. Un grido di dolore, come “L’urlo” di Munch.