Robot, lavoro e dumping sociale

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di Tommaso dal Passo  SVIZZERA – Ginevra 10/11/2016. Un maggiore uso di robot nelle nazioni ricche potrebbe minacciare i due terzi dei posti di lavoro nei paesi in via di sviluppo e facilitare la delocalizzazione delle fabbriche per i paesi industrializzati. È l’allarme lanciato nel rapporto dell’Unctad, la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo.
«Il maggiore uso di robot in paesi sviluppati sta erodendo il tradizionale vantaggio del costo del lavoro dei paesi in via di sviluppo», spiega il documento intitolato “Robots and industrialization in developing countries”, pubblicato nei giorni scorsi.

«L’industrializzazione è stata storicamente sinonimo di sviluppo, mentre la deindustrializzazione è una tendenza ormai consolidata nelle economie sviluppate mature che si muovono verso economie basate sui servizi. Eppure, le recenti tendenze mostrano che molti paesi in via di sviluppo – soprattutto in Africa e in America Latina – hanno visto le loro quote di occupazione e di produzione, contrarsi molto prima di aver raggiunto livelli di reddito paragonabili a quelli dei paesi sviluppati. Tale deindustrializzazione precoce ha avuto inizio durante i programmi di aggiustamento negli anni Ottanta e Novanta, ma è continuata, poiché il boom delle materie prime e dei flussi finanziari speculativi hanno portato ad un apprezzamento della valuta e ad una perdita di competitività nella produzione, aggravata dalla crescita delle esportazioni manifatturiere della Cina. La domanda attuale è quindi: ora che il filone d’oro delle materie prime è esaurito, i flussi di capitale si stanno invertendo e la Cina sta andando verso una crescita più equilibrata, un percorso guidato più dalla domanda interna rispetto alle esportazioni, come possono l’Africa e l’America Latina riaccendere l’industrializzazione? Qualunque sia la strategia scelta, si dovrà tener conto del rapido aumento della diffusione delle nuove tecnologie di automazione e d’intelligenza artificiale nella forma dei robot».

Gli effetti del progresso della robotica «nel settore manifatturiero potrebbe essere più “significativi” nei paesi in via di sviluppo perché potrebbero influenzare il numero di posti di lavoro poco qualificati, molti dei quali «sono già scomparsi nei paesi sviluppati», afferma il documento.

Il rapporto consiglia, infine, ai paesi in via di sviluppo di imporre tasse sulle macchine e di evitare la crescente tendenza alla disuguaglianza, causata dalla perdita di posti di lavoro poco qualificati, attraverso un incremento delle prestazioni sociali.