
Stanno aumentando gli allarmi sulla carenza dei grano e riso a livello generale. Negli ultimi tre anni, l’economia alimentare mondiale è stata messa a dura prova dalle interruzioni delle forniture creata dalla pandemia, dalle condizioni meteorologiche avverse, dalla nuova guerra europea, mentre i conflitti africani sono purtroppo diventati una costante geopolitica.
Il grande paradosso della sicurezza alimentare è che solo i governi possono garantirla, ma i mercati devono “fare il lavoro pesante”, cioè produrre e distribuire; trovare un nuovo punto di equilibrio è il nuovo problema per molti paesi, riporta AT.
I recenti bandi indiani sul riso hanno radici interne. Il divieto di esportazione del riso imposto dall’India il 21 luglio 2023 deve essere compreso in questo contesto. La sicurezza alimentare inizia in casa, e le elezioni generali previste per la primavera del 2024 hanno gli occhi dei politici puntati sulla stabilizzazione dei prezzi degli alimenti di base, il riso appunto.
L’India cercherà comunque di gestire con attenzione il divieto di esportazione del riso per minimizzare l’impatto sui clienti abituali. L’esenzione del riso parboiled protegge il Bangladesh e alcuni mercati africani. I contratti esistenti per i carichi fisici saranno probabilmente rispettati.
In qualità di presidente del G20, l’India cerca di bilanciare le esigenze interne con l’affidabilità delle esportazioni. Mentre lo shock al bando indiano sul mercato mondiale del riso si manifesta, bisogna capire cosa faranno Indonesia, Filippine e Vietnam.
Se l’Indonesia riceverà dall’India l’intero milione di tonnellate di riso previsto dal contratto, questo tranquillizzerà l’intero mercato mondiale del riso.
In secondo luogo, lo stato delle scorte di riso delle Filippine è fondamentale. Alcuni esperti tecnocrati del Gabinetto filippino hanno probabilmente pianificato questa eventualità.
In terzo luogo, occorre vedere i modelli di esportazione del Vietnam: anche se le prospettive di raccolto sembrano buone, c’è sempre il pericolo che il governo vietnamita possa limitare le esportazioni in risposta all’accaparramento interno.
In caso di emergenza riso, cosa farà la Cina?
La sua produzione di riso ha sofferto in modo significativo a causa del caldo e delle inondazioni. Il livello esatto delle scorte di riso è un segreto di Stato, ma sono di gran lunga le più grandi al mondo.
Tuttavia, sono disperse geograficamente, il che limita in qualche modo l’accesso e il controllo del governo centrale. La sicurezza alimentare in Cina è una priorità assoluta e, con l’aumento dei prezzi del grano e del riso, è difficile dire quale sarà la risposta cinese. Qualsiasi sforzo per procurarsi preventivamente più importazioni spaventerà il mercato.
Gli esperti di riso del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti – Usda – sono ottimisti sul fatto che il mondo possa superare la prevista carenza di riso. Nel documento World Agriculture Supply and Demand Estimates, pubblicato l’11 agosto 2023, si prevede che la produzione mondiale di riso per la campagna 2023-24 sarà superiore di 8,1 milioni di tonnellate rispetto a quella del 2022-23. Il consumo mondiale è previsto in calo dell’1,5%.
Il consumo mondiale dovrebbe diminuire di 1 milione di tonnellate a causa della riduzione delle importazioni da parte di molti Paesi dell’Asia e dell’Africa subsahariana.
Le prospettive asiatiche sono sorprendentemente rassicuranti, considerando El Nino e il parziale divieto di esportazione del riso da parte dell’India. Il calo delle importazioni di riso in Cina previsto per il 2022-23 e la conseguente riduzione delle scorte interne di riso dovrebbero avere un impatto positivo. Usda prevede inoltre che l’Indonesia e le Filippine supereranno la carenza di riso a livello mondiale con scorte abbondanti.
Il riso è un bene più prezioso rispetto al 2022; è probabile che i prezzi del riso aumentino nei prossimi 6-12 mesi, forse di altri 100 dollari per tonnellata metrica per il riso tailandese o vietnamita.
La domanda è una sola, a questo punto: come avverrà questo aumento? Lo scarso panico dei mercati dopo l’annuncio indiani di luglio lascia ben sperare.
Antonio Albanese