Il filo rosso tra Langsa e Lampedusa

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INDONESIA – Langsa 09/05/2016. Molti Rohingya devono la vita la codice d’onore dei pescatori indonesiani.

Quando la marina indonesiana ordino che non fossero salvati i rifugiati intrappolati in mare, i pescatori di Aceh fecero appello alla legge locale e ai codici d’onore per salvarli e portarli a terra. Un anno fa, ben 1.807 bengalesi e Rohingya, minoranza musulmana perseguitata in Myanmar, furono salvati in mare tra il 13 e il 20 Maggio. I rifugiati furono portati a Langsa e Lhokseumawe, dove la popolazione locale e le autorità li hanno assistiti, nonostante il rifiuto iniziale da parte del governo indonesiano. «E ‘stata una questione umanitaria, secondo la nostra Adat c’è l’obbligo per i pescatori, anche se trovano un cadavere, di smettere di lavorare, recuperare il corpo e portarlo a terra immediatamente.», ha detto il vice sindaco di Langsa, Suriyatno, ripreso da Efe. Appena saputa la notizia, Teuku Tahir, il capo dei pescatori di Langsa, inviò cinque delle sue barche per salvare una nave, con l’approvazione del sindaco dopo che la polizia aveva negato il permesso. La popolazione locale entrò in azione per aiutare i profughi, nel frattempo, il governo indonesiano aveva accettato di consentire loro di rimanere in cambio di una promessa da parte della comunità internazionale, a trasferirli altrove entro un anno. Oggi circa 250 persone continuano a vivere in quattro campi profughi, il governo locale, insieme con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e diverse ong, assiste ai loro bisogni di base e incoraggia la loro integrazione con misure come l’ammissione di bambini Rohingya nelle scuole pubbliche. Pochi i rifugiati hanno in programma di rimanere in Indonesia: la maggior parte spera di andare negli Stati Uniti, uno dei pochi paesi che si è offerto di ospitarli. Ma il capo dei pescatori, Tahir, crede che per i Rohingya sarà meglio restare a Langsa, poiché potrebbero aiutare a sviluppare l’economia locale facendo i pescatori.